Formazione

Otto chili a settimana. Scuola mia, quanto pesi

Ragazzi di 10 anni che camminano mezz’ora con zaini stracarichi. Risultato: danni permanenti alla colonna. Ora si cerca un accordo con editori e provveditorati

di Mariateresa Marino

Si riaprono le scuole e subito le strade si affollano di studenti già affaticati dal carico inesorabile degli zainetti. Ogni ragazzo porta in spalla in media durante la settimana otto chili di libri; peso che varia giornalmente e che può arrivare anche a picchi di quindici chili. Anno dopo anno, le conseguenze di questa fatica sono danni permanenti alla colonna vertebrale, come scoliosi, dorso curvo e mal di schiena. Sono questi alcuni dei risultati della prima fase di un?indagine avviata nel novembre scorso su seicento allievi delle scuole medie del distretto scolastico di Bresso, in provincia di Milano. La ricerca è condotta dalla Fondazione Pro Ioventute don Gnocchi e dal reparto di scoliosi e patologia vertebrale dell?Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico ?S. Maria nascente? di Milano. Oltre al peso delle cartelle l?indagine ha preso in esame il tempo impiegato dai ragazzi per arrivare a scuola: dai cinque ai dieci minuti nel 51 per cento dei casi, meno di cinque minuti nel 26 per cento, fino a un quarto d?ora per il 16 per cento, mentre percentuali più basse di ragazzi camminano anche mezz?ora con un carico considerevole sulle spalle. Ma lo studio della Fondazione don Gnocchi non si è concluso qui: la seconda fase della ricerca, ancora in corso, è più finalizzata, circoscritta com?è all?esame di circa duecento ragazzi delle classi di prima media, periodo delicato della vita scolastica dei giovani, perché di passaggio dalle scuole elementari, ma anche di inizio della pubertà. Da marzo a giugno la Fondazione ha ospitato nei propri laboratori un centinaio di ragazzi per sottoporli a prove ergonomiche, dell?equilibrio e del cammino. Da settembre agli ultimi mesi dell?anno la ricerca sarà completata e verrà poi presentata al ministero della Sanità. «I dati serviranno a mettere finalmente dei punti fermi sul problema», spiega Rino Malengo, della Fondazione don Gnocchi «Si tratterà di prendere quindi provvedimenti seri, in collaborazione con i provveditorati, già sensibili da tempo alla questione, e con le case editrici».


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