Welfare

Otto azioni per i bambini con un genitore in carcere

Dallo Spazio Giallo al teatro, dalla sensibilizzazione dei compagni di classe per evitare lo stigma al diritto al colloquio solo col papà, senza altri adulti. Bambinisenzasbarre presenta il progetto triennale “Il carcere alla prova dei bambini e delle loro famiglie”, selezionato da Con i Bambini. Sarà il primo progetto nazionale in carcere ad avere una valutazione d'impatto

di Redazione

Accanto alla “Convenzione sui diritti del Fanciullo” dell’Onu c’è una carta meno nota ma altrettanto importante: la Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti, firmata il 21 marzo 2014 e recentemente rinnovata il 20 novembre 2018, in occasione della giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dal Ministro della Giustizia. È stato il primo documento in Europa a riconoscere formalmente «il diritto dei minorenni alla continuità del proprio legame affettivo con il genitore detenuto e, al contempo, il diritto del medesimo alla genitorialità».

Assicurare la tutela dei diritti di quei minori il cui genitore si trovi in stato di detenzione e garantirne la fruibilità concreta è da anni l’obiettivo dell’associazione Bambinisenzasbarre, presieduta da Lia Sacerdoti. Bambinisenzasbarre è ora impegnata a livello nazionale nel progetto triennale “Il carcere alla prova dei bambini e delle loro famiglie”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. L’obiettivo è l’applicazione della Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti che, dopo aver ispirato la Raccomandazione del Consiglio d’Europa, diventa attraverso il progetto uno strumento concreto per la sua stessa applicazione in Italia. Sono sedici le regioni italiane coinvolte e altrettanti gli istituti penitenziari e gli enti del privato sociale di tutta la Penisola.

Il Progetto nazionale vuole contribuire a realizzare le condizioni perché il sistema penitenziario risponda ai bisogni dei bambini che ogni giorno entrano in carcere per incontrare il genitore, rispettando i diritti dell’infanzia e coniugandoli con i diritti umani degli adulti detenuti. Partner istituzionali nazionali sono il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, insieme a cui Bambinisenzasbarre ha partecipato al bando promosso dall’impresa sociale Con i Bambini. Sedici regioni italiane sono coinvolte e altrettanti istituti penitenziari e enti del privato sociale di tutta la Penisola. Il progetto si articola in otto azioni: l’apertura di nuovi Spazi Gialli; percorsi integrati di tutela del rapporto mamma detenuta e figlio alternativi alla detenzione; gruppi di parola di genitori detenuti e “Il colloquio con solo il papà”; attività teatrali in carcere mirate per figli e genitori detenuti; incontri di sensibilizzazione per le scuole sul tema dello stigma verso i bambini con un genitore detenuto; formazione nazionale della Polizia Penitenziaria.

Il progetto potrà contare sulla valutazione d’impatto da parte di un soggetto esterno accreditato (Aragorn Iniziative S.r.l.) che valuterà gli effetti del cambiamento sui destinatari diretti del progetto: è la prima valutazione d'impatto su un progetto nazionale in carcere. La valutazione considererà anche il biennio successivo alla durata del progetto, che è triennale.

Il lancio del progetto “Il carcere alla prova dei bambini e delle loro famiglie” avverrà online venerdì 20 novembre dalle 10 alle 12, in occasione della Giornata mondiale dell'infanzia, con la presenza del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Bernardo Petralia, della Presidente della rete europea Children of Prisoners Europe, Rachel Brett, della Presidente di Bambinisenzasbarre Lia Sacerdote, capofila del progetto, di Arianna Saulini, Coordinatrice del Gruppo CRC, dei partner NPO, e delle istituzioni regionali e locali. È stato invitato il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Le azioni previste

Lo Spazio Giallo (in foto quelli realizzati a Milano San Vittore e Napoli Secondigliano) è il luogo fisico e relazionale, all’interno del carcere, in cui i bambini si preparano all’incontro con il genitore. Qui, dopo, “decantano” le emozioni dell’incontro appena avvenuto, accompagnati da operatori opportunamente formati. Per quanto riguarda i percorsi integrati di tutela del rapporto mamma detenuta e figlio alternativi alla detenzione, nonostante le molte previsioni normative di fatto alcuni bambini di età inferiore ai tre anni vivono ancora all’interno del carcere con le proprie madri: con questa azione si vuole sostenere il potenziamento delle prime case famiglia protette e strutture similari avviate in Italia per garantire accoglienza abitativa e ascolto alle mamme detenute con bambino (Milano, Roma, Venezia, Torino, Lauro (AV) e Castrovillari).

I gruppi di parola sono momenti di confronto tra genitori detenuti per affrontare e condividere difficoltà e momenti critici della loro condizione detentiva in relazione al tema della paternità/maternità mentre il “Colloquio con papà” è un’azione che prevede incontri esclusivi tra genitore detenuto e figlio in cui la relazione possa esprimersi senza la presenza-interferenza di altri parenti adulti solitamente presenti nei colloqui ordinari in carcere: queste azioni verranno implementate a Milano Opera e Bollate, Brindisi, Napoli Poggioreale, Ancona Barcaglione e Montacuto, Pesaro, Cosenza, Catania Piazza Lanza, Firenze Gozzini. L’attività teatrale in carcere per figli e genitori detenuti si farà a Milano San Vittore, Opera e Bollate; Catania Piazza Lanza: si tratta di un’azione pilota di applicazione del metodo teatrale a sostegno del rapporto genitoriale e prevede laboratori genitore detenuto/figlio che pongono al centro la relazione, la fiducia, il gioco, il rispetto, la conoscenza.

Passando agli incontri di sensibilizzazione per le scuole sul tema dello stigma verso i bambini con genitore detenuto, sono previsti 2 incontri plenari a Milano e Napoli con le scuole, per sensibilizzare gli insegnanti e gli alunni sul tema della povertà educativa dei loro compagni con genitore detenuto. L’incontro darà vita a riflessioni, spunti, confronti e successivamente a materiali didattici che verranno prodotti dagli alunni durante l’anno scolastico.

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