Mondo

Ottima partnership, finita troppo presto

Una piccola industria partecipata per il 20% dallo Zambia, test clinici più che soddisfacenti, una cura a base di generici anti Aids a basso costo.Ma poi..

di Paolo Manzo

L?esperienza di Pharco Ltd, un?industria italiana di farmaci generici impiantata in Zambia nel 1998 e per il 20% proprietà del governo di Lusaka, è paradigmatica». A parlare è Iacopo Viciani, uno dei ricercatori di ActionAid International Italia che ha curato il rapporto Ogni promessa è debito da cui è tratto questo ?case study?. Ma perché il caso Pharco è così significativo? Ecco in sintesi la storia: dopo il 30 agosto 2003, lo Zambia ha sfruttato le flessibilità della legislazione internazionale sulla proprietà intellettuale, dichiarando Hiv e Aids emergenza sanitaria. La Pharco Ltd è stata inizialmente autorizzata a produrre antiretrovirali, avviando la sperimentazione di una combinazione di tre farmaci per il cocktail di antiretrovirali: Nevirapina, Stavudina e Lamidina. Nel 2005, presso l?University Teaching Hospital di Lusaka e l?Ospedale italiano di Chirundu, la Pharco ha fatto i test clinici per verificare la sicurezza e l?efficacia dei farmaci e, in entrambi i casi, i risultati sono stati più che soddisfacenti. Al punto che oggi la Pharco è in grado di produrre e immettere sul mercato locale antiretrovirali di buona qualità a un prezzo per paziente di circa 110 euro l?anno. Purtroppo il contratto stipulato con il governo zambiano per la produzione del cocktail non è stato rinnovato dopo il 2004 e l?ordine del ministero della Sanità per la produzione dei generici non è stato emesso. Ciò ha costretto la Pharco a interrompere le attività e a dimezzare il personale, composto da zambiani oramai esperti nel campo. Quali sono i motivi del mancato ordine? Su tutti, gli ostacoli politico-burocratici locali legati all?avvicinarsi delle elezioni politiche in Zambia, ma anche la diffidenza dei donatori, che tendono a sostenere presso le autorità di Lusaka le aziende dei propri paesi. Nel frattempo la Pharco sta tentando di ottenere dall?Oms la certificazione necessaria per partecipare alle gare d?appalto del Fondo globale e avviare la produzione di antiretrovirali. La certificazione, tuttavia, ha un costo troppo elevato per una piccola realtà come la Pharco che deve competere con le multinazionali indiane di generici presenti sul territorio. Tutto ciò si traduce nell?allungamento dei tempi di produzione e nel conseguente ritardo nella cura dei malati di Aids. Da parte loro le autorità italiane non si sono mai spinte oltre alle parole d?incoraggiamento, nonostante dichiarino di avere sostenuto l?esperienza della Pharco così come quella analoga della Lucky Farm, che lavora sulla malaria. Oltre a offrire sostegno morale il nostro governo potrebbe favorire la promozione dell?azienda presso le autorità dello Zambia e supportare la certificazione Oms, affinché l?azienda superi gli ostacoli burocratici e avvii presto la produzione di generici. Uno sforzo in tale direzione, oltre a contribuire alla lotta all?Aids, sarebbe un passo concreto dell?Italia verso il rispetto dei suoi impegni internazionali in materia di accesso universale alla terapia.


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