Mondo
Ostaggi. E’ polemica dura tra Emergency e Croce Rossa
"Emergency mente quando parla di riscatto" attacca Scelli. "La Cri ci offende", replica Gino Strada. Polemiche da bassa cucina pre-elettorale
di Redazione
Riportiamo le accuse e controaccuse tra Emergency e la Croce rossa sugli ostaggi italiani liberati in Iraq, polemiche che non fanno onore a nessuno e che sanno tanto di polemiche pre-elettorali, tutte e solo politiche. Chi sa davvero delle cose parli, altrimenti taccia. Oppure si candidi. Alle prossime elezioni, però, che queste sono andate. E magari, crediamo, qualcuno lo farà davvero, finendo – una volta per sempre – di fare finto pacifismo umanitario.
“Quello che dicono gli esponenti di Emergency sulla liberazione degli ostaggi italiani in Iraq non e’ credibile. Ad affermarlo in maniera molto netta e’ il commissario straordinario della Croce rossa Maurizio Scelli, intervistato dalla trasmissione ‘Dieci minuti’ condotta da Giovanni Masotti sulla Rete due della Rai. ”Ma mi dite – tuona Scelli – quali cognizioni di causa puo’ avere Emergency, che se sono scappati via al primo scoppio di mortaretto? Se ne sono stati comodamente negli Sheraton di Amman e sono stati in giro a fare convegni, a sentenziare, a pontificare su una realta’ nella quale noi, dalla mattina alla sera, in piena notte, andavamo rischiando la vita per portare aiuto da tutte le parti. Ma chi e’ piu’ credibile?”.
Emergency rispone definendo le parole di Scelli ”offensive” verso il personale dell’organizzazione, ”continuativamente in Iraq dal 1995, dove e’ giunto ed e’ rimasto ininterrottamente a proprio pericolo – si sottolinea – e senza la protezione di alcun apparato militare, curando oltre 300mila persone anche nei contesti dei violentissimi combattimenti che hanno avuto luogo nel Nord del Paese negli anni tra il 1995 e il 1999”. ”Nel corso della guerra, nel 2003, il personale di Emergency – si legge ancora nella nota diffusa oggi – ha portato aiuti a Karbala e a Bagdad nonostante e contro i suggerimenti di autorita’ civili e militari che prospettavano problemi di sicurezza”. Emergency parla ancora di ”livello mediocre e sguaiato di un millantato coraggio fisico” proposto da Scelli. ”Un confronto questo, peraltro, – conclude polemicamente Emergency – tra chi viaggia al seguito delle truppe e chi ha portato aiuti a Karbala, a Baghdad, a Falluja durante gli scontri armati e sotto le bombe che, dalla stessa provenienza, cadevano nei 2001 sull’Afganistan come piu’ recentemente sull’Iraq”.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.