Sostenibilità
Ossigeno per le famiglie
Adiconsum propone alle banche una moratoria sul pagamento dei debiti, come per le imprese
di Redazione
di Natascia Gargano
Dopo questa bufera finanziaria ed economica mondiale, gli italiani sono più ricchi o più poveri? Forse un po’ più ricchi, ma decisamente più indebitati.
È quanto emerge dai dati della Banca di Italia elaborati dalla Cgia di Mestre. Le famiglie consumatrici ricorrono al debito senza dubbio più di prima: nei sette anni compresi tra il 2002 e il 2009 l’indebitamento è cresciuto dell’81,3%, arrivando a costituire il 6,7% del totale.
«Una tendenza già ampiamente denunciata – commentano da Adiconsum – stanno anche aumentando gli insolventi, il che evidenzia le maggiori difficoltà finanziarie delle famiglie». E in una lettera all’Abi, l’associazione a difesa dei consumatori sollecita l’apertura di un confronto per un’ipotesi di moratoria sul pagamento dei debiti delle famiglie verso il sistema creditizio. «Una soluzione che facendosi carico delle difficoltà temporanee di molte famiglie concorrerebbe a sostenere i consumi, oltre che a ricreare un clima di fiducia verso il sistema bancario». Iniziativa già concordata con successo, tra l’altro, per i debiti delle piccole e medie imprese.
Se il debito pubblico cresce, però, la ricchezza sembra tenere. Sempre secondo i dati della Cgia di Mestre, la ricchezza complessiva supera gli 8.000 miliardi di euro, per un netto medio a famiglia di 338.391 euro.
L’importo – si legge nel report – è dato dalla differenza tra le attività, reali o finanziarie, e le passività finanziarie. Tra le attività reali la parte più importante è occupata dalle abitazioni (55,7% della ricchezza totale), mentre quelle finanziarie (cartamoneta, depositi bancari, risparmi postali, titoli, azioni, etc), rappresentano complessivamente il 40% del patrimonio delle famiglie italiane. Per quanto riguarda invece le passività, ci sono in primis i mutui per l’acquisto della casa e prestiti a medio/lungo termine.
L’aumento del 29,2% della ricchezza media complessiva batte l’inflazione, superando la crescita del livello dei prezzi al consumo (+15,4%).
«Stiamo parlando di dati medi – specifica Giuseppe Bortolussi della CGIA – che non tengono chiaramente conto delle aumentate differenze di reddito e di ricchezza esistenti sia tra le fasce sociali, sia tra le aree geografiche italiane». «Questi dati confermano – conclude Bortolussi – che, nonostante la bufera abbia colpito duramente le famiglie, aumentando soprattutto la disoccupazione, la tenuta economica delle famiglie produttrici e consumatrici è buona».
Non è della stesso parere Paolo Landi, Segretario generale Adiconsum: «Esprimiamo il mostro dissenso poiché trattasi di un aumento del tutto formale. Tale presunto aumento è dovuto infatti alla maggiore rivalutazione dei beni immobili rispetto al dato dell’inflazione. Una tendenza che si è invertita negli ultimi mesi. Se a ciò si aggiunge una maggiore tassazione a carico delle famiglie, non c’è alcun aumento di ricchezza reale».
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