La ricerca

Sostenibilità: migliora la vita e gli affari, ma ne sappiamo ancora poco

La nuova edizione dell’osservatorio di Sodalitas ha messo in luce come la consapevolezza della responsabilità sociale e ambientale renda le aziende più competitive. Ma c’è ancora da fare: per tutti il tema suona familiare, ma sono in pochi a dichiararsi competenti in materia. I giovani tra i 18 e i 24 anni sorprendono per il livello di attenzione

di Nicola Varcasia

Che cosa sanno gli italiani della sostenibilità? E che cosa si aspettano dalle aziende? Le domande, più che mai attuali, hanno trovato una interessante risposta nella terza edizione dell’osservatorio Sodalitas sulla sostenibilità sociale d’impresa. Un vero e proprio programma di ricerca che si impegna a tracciare, di anno in anno, il quadro sul tema in termini di strumenti e metodi di intervento distintivi, benchmark di riferimento, trend evolutivi e confronto con le esperienze europee.

Quardo utile

Questa terza edizione del Rapporto ha indagato la cultura della sostenibilità dei nostri concittadini,più precisamente, le conoscenze, le valutazioni e le aspettative degli italiani sui temi della sostenibilità sociale. Tutto questo per avere un quadro utile a orientare le imprese nella messa a punto di strategie di azione e di comunicazione più efficaci in grado di essere facilmente comprese e di ottenere il consenso da parte dei cittadini. L’indagine è stata realizzata intervistando un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta.

Buon livello di conoscenza

Sebbene il concetto di sostenibilità sia assolutamente familiare alla maggior parte degli italiani, solo il 19% si dichiara realmente competente in materia. In particolare, l’Agenda 2030 e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) rimangono poco conosciuti: oltre la metà degli intervistati ne ha sentito parlare, ma ammette di non conoscerne i contenuti, mentre quasi un terzo non ne ha mai sentito parlare.

Tutto si tiene

Un punto assai importante riguarda il legame tra sostenibilità ambientale e sociale: i cittadini riconoscono l’importanza di affrontare con pari impegno entrambe le dimensioni della sostenibilità, evidenziando come la crisi ambientale abbia conseguenze sociali rilevanti. Misurando l’importanza attribuita dai cittadini a ciascuno dei 17 Sdgs è stato possibile individuare gli ambiti prioritari su cui oggi è urgente agire: al primo posto “lavoro e crescita economica” percepiti dagli italiani come condizioni irrinunciabili di benessere individuale e collettivo. A seguire, l’impegno per contrastare il mutamento climatico e le iniziative per garantire salute e benessere.

Il commento

«Il 3° rapporto dell’osservatorio di Fondazione Sodalitas conferma che la sostenibilità è centrale non solo per il suo valore etico, ma è anche un driver strategico per la competitività aziendale.  In un contesto segnato da forti cambiamenti geopolitici, le imprese devono integrare in modo coerente gli obiettivi sociali e ambientali nelle loro strategie per generare valore e innovazione. La ricerca condotta dimostra che i cittadini, e in particolare i giovani, attribuiscono sempre maggiore importanza all’impegno delle aziende in materia di sostenibilità sociale.

Il presidente di Sodalitas, Alberto Pierelli, commenta i dati della terza edizione dell’Osservatorio

Per questo, è essenziale sviluppare nuove forme di comunicazione trasparente ed efficace, coinvolgendo direttamente i dipendenti come ambasciatori dei valori aziendali. Ci rivolgiamo alle aziende leader, alle istituzioni, al Terzo settore, alla scuola e all’università: insieme, possiamo costruire un’alleanza per lo sviluppo sostenibile del Paese», ha dichiarato Alberto Pirelli, presidente di Fondazione Sodalitas.

Guidare il cambiamento

Un altro aspetto dello studio ha preso in considerazione il ruolo delle imprese nel cambiamento verso la sostenibilità. Alle imprese, gli italiani riconoscono un ruolo decisivo per quanto potrebbero fare per rendere migliore la società dal punto di vista sociale e ambientale e vengono percepite come il terzo attore più influente dopo il governo e le istituzioni europee, ma chiedono loro un impegno maggiore e più concreto. Che cosa le imprese dovrebbero fare per contribuire alla sostenibilità sociale? Al primo posto pongono il rispetto dei diritti dei lavoratori, seguito dall’impegno per il benessere dei dipendenti e dalla correttezza dei comportamenti aziendali.

Alle imprese viene, dunque, innanzitutto chiesto di fare bene la loro parte rispettando le leggi e le persone che per loro lavorano. In particolare, gli aspetti più rilevanti per il benessere dei dipendenti sono: le retribuzioni adeguate ed eque al primo posto, seguite da tutela di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, qualità del lavoro e conciliazione vita-lavoro. Anche in campo ambientale le priorità sono chiare: corretto smaltimento dei rifiuti, riduzione delle emissioni inquinanti e utilizzo di energie rinnovabili sono indicate dalla maggioranza come le azioni prioritarie da mettere in atto per contrastare il mutamento climatico e l’inquinamento.

Vantaggi per le imprese

L’impegno delle imprese in sostenibilità ha effetti positivi sia sulla reputazione dell’impresa, sia sulla propensione all’acquisto dei suoi prodotti e servizi. Consistenti minoranze di consumatori dichiarano che ha “molta” o “moltissima” influenza. È la conferma che un impegno coerente e continuativo in sostenibilità può generare un significativo vantaggio economico per le imprese che coerentemente lo praticano, ma perché ciò avvenga è necessario che questo impegno venga chiaramente ed efficacemente comunicato.

Rischio washing

L’attuale comunicazione della sostenibilità da parte delle imprese è però giudicata insoddisfacente dai cittadini-consumatori: risulta poco credibile, incompleta e poco chiara. Solo ridotte minoranze si dichiarano a conoscenza di quanto le imprese oggi fanno per la propria comunità e delle partnership con il Terzo settore e gli amministrazioni locali. I mezzi più utilizzati per informarsi non sono quelli gestiti direttamente dall’azienda ma radio, televisione e social. Vi è poi un 20% che dichiara di ricevere informazioni tramite il passaparola da coloro che per un’impresa lavorano, a conferma del ruolo che i dipendenti possono svolgere come tramite credibile di conoscenza dell’impegno ambientale e sociale della propria impresa.

Largo ai giovani

Le fasce di età tra i 18 e i 24 anni si distinguono per una maggiore consapevolezza e attenzione alla sostenibilità. Rispetto alla media, danno più importanza a temi come il cambiamento climatico, la parità di genere e il consumo responsabile. Inoltre, sono molto più sensibili alle scelte delle aziende in tema di sostenibilità e le considerano determinanti nella loro percezione del brand e nelle decisioni di acquisto. Anche questa edizione è frutto di importanti partnership e ha visto la partecipazione di Intesa Sanpaolo. In proposito, Paolo Bonassi, shief social impact officer della banca ha dichiarato: «Intesa Sanpaolo partecipa a questo importante appuntamento di Fondazione Sodalitas, per portare il proprio contributo a un momento di scambio e di condivisione rivolto sia alle imprese, sia al mondo del Terzo Settore. L’Osservatorio rappresenta infatti un’analisi delle percezioni e aspettative dei cittadini italiani riguardo l’impegno delle aziende in ambito sociale. Intesa Sanpaolo, in linea con il suo consolidato impegno nel sociale, ha creato una struttura dedicata per coordinare le molte iniziative e per mettersi all’ascolto delle istanze del settore. L’obiettivo è avere il massimo impatto sulle comunità per contribuire alla crescita loro e del Paese».

Foto in apertura di Max Bohme su Unspash

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