Cultura

Osservatorio Romano: Svizzera vs diritto alla vita

Dura presa di posizione dell'organo di stampa del Vaticano: il referendum che ha approvato la depenalizzazione dell'aborto, consente di sopprimere un nascituro

di Paolo Manzo

Infligge ”un nuovo vulnus al diritto alla vita, bene fondamentale e inalienabile” l’avallo dato ieri in Svizzera con un referendum popolare alla legge che depenalizza l’aborto.

Un provvedimento, stigmatizza oggi l’Osservatore romano, che ”non sana la grave decisione approvata l’anno scorso dal Parlamento”. Si tratta, è la constatazione del quotidiano vaticano, ”di una depenalizzazione e non di una liberalizzazione”, poiché l’aborto resta un reato disciplinato dal codice penale.

”Tuttavia- rimarca il giornale- la legge non commina più pene in caso di un non meglio precisato ‘stato d’angustia’ della gestante e dunque consente di sopprimere impunemente un nascituro”.

I vescovi svizzeri deplorano ”profondamente” la legge e osservano che in questo modo ”si apre la porta a nuovi attentati contro la vita umana”, tanto all’inizio con l’aborto e l’eliminazione dei disabili, ”quanto al termine naturale con la cosiddetta eutanasia”.

Non tutto ciò che viene definito legale, ribadiscono i presuli, è moralmente accettabile e l’aborto resta ”un attentato fondamentale al comandamento di Dio ‘Tu non ucciderai”’.

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