Famiglia

Osservatorio infanzia: ogni mese dalla parte dei più piccoli

Al via l'iniziativa di Vita e dell'associazione L'Albero della Vita

di Redazione

Vita, in collaborazione con l’associazione L’Albero della Vita, lancia da questo mese Osservatorio Infanzia: un approfondimento mensile che dà voce ai minori e ai loro diritti, in Italia e nel mondo.

La prima uscita, dedicata alla figura del Garante per l’Infanzia e l’importanza della sua recente istituzione, è impreziosita dall’intervista al neonominato Garante italiano, Vincenzo Spadafora.

Scarica qui la prima uscita di Osservatorio infanzia.

Vincenzo Spadafora: Così voglio fare il Garante

Per più di tre anni, dal 2008, è stato presidente del Comitato Italiano per l’Unicef. Poi, a novembre 2011, è stato chiamato a ricoprire la carica di Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza. Un percorso di tutto rispetto per Vincenzo Spadafora, 37 anni, il primo a sedere in Italia su questa attesissima poltrona. È un ruolo che parte già carico di moltissime attese, sia da parte delle associazioni – tante – che in Italia si occupano a vario titolo di diritti dei minori, sia da parte dei cittadini. E le cose da fare, per un’Authority che deve organizzarsi praticamente da zero, non mancano.

Spadafora, dovendo fare una scaletta di priorità, quali sono i tre punti in cima alla sua agenda di Garante?

«Abbiamo appena cominciato, e le cose da fare sono davvero tante, e tutte urgenti. Ma sicuramente esistono temi più importanti di altri, che l’Autorità vuole affrontare da subito, perché richiederanno impegno e tempo. Penso per esempio all’attuale situazione della giustizia minorile, o all’importante questione della cittadinanza, tanto cara al presidente Napolitano, che giustamente ha ricordato come i bambini nati in Italia debbano potersi dire italiani. Senza contare che spaventa il numero di quasi due milioni di bambini che vivono in famiglie povere nel nostro Paese. Ecco, un problema che li racchiude tutti, la povertà».

La nascita del Garante coincide con una serie di dati e ricerche allarmanti sulla condizione dell’infanzia italiana: povertà, emarginazione, abbandono scolastico… Dati gravi soprattutto nelle regioni del Sud. Qual è la prima preoccupazione nel leggere questi dati?

«Se leggiamo con attenzione i dati a cui fa riferimento si noterà come la povertà stia diventando un problema globale, che non è più delimitato soltanto a quello che possiamo definire il Sud, ma si espande anche alle periferie del Nord. Quindi la preoccupazione primaria è quella di assicurarci che questo non causi disuguaglianze dal punto di vista dell’accesso ai servizi. Sembra assurdo, ma l’accesso all’istruzione non è garantito ugualmente in ogni parte d’Italia. E spesso anche l’assistenza sanitaria per le persone di minore età viene messa in discussione».

Che tipo di interlocuzione intende avviare il Garante con l’ampio mondo associativo che già da decenni si occupa di diritti e tutela dell’infanzia?

«Uno dei compiti, forse il più importante, che è richiesto all’Autorità Garante sarà proprio quello di coordinare le tante associazioni, i numerosi enti, i garanti regionali stessi, che da tempo si danno da fare per la tutela dei diritti dei minori, degli adolescenti e dei bambini. Per questo fra le prime cose da fare ho convocato un seminario a porte chiuse per il 13 e 14 aprile a Roma. Un’occasione per poter cominciare insieme ad organizzare il lavoro, rivisitando il tanto fatto fino ad ora, nell’attesa che questa Autorità venisse effettivamente costituita».

In una fase in cui la politica è concentrata su temi di tipo economico, quali spazi ci sono per portare nel dibattito politico anche i diritti dei minori?

«Il dialogo con la politica diventa fondamentale quando, in un momento di crisi come quello che sta attraversando l’Italia, è importante saper individuare la modalità con cui ridistribuire le risorse di cui si dispone, scegliendo con attenzione le questioni che hanno maggiore priorità. In questo senso, il tema della tutela dei diritti dei minori non può essere lasciato da parte. Lo dimostra anche l’ampio consenso che ha portato alla nascita dell’Autorità Garante. Sono fiducioso che, di concerto con il governo, riusciremo a lavorare bene per le generazioni di domani, che sono già i cittadini di oggi».


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