Cultura

Osservatore romano. “Castelli indifferente ai detenuti”

Il quotidiano del Vaticano critica aspramente le tesi del ministro della Giustizia sulla politica penitenziaria e sull'indultino

di Ettore Colombo

Attacco dell’Osservatore romano al Guardasigilli Roberto Castelli per i suoi commenti fatti “con ostentata soddisfazione” sull’indultino, bocciato ieri dalla commissione Giustizia del Senato dopo esser stato approvato dalla Camera. “Evidentemente per il ministro della Giustizia le precarie condizioni di vita di decine di migliaia di detenuti, la loro estenuante attesa e la difficile situazione di molti istituti di pena, vicini al collasso, non meritano attenzione” si legge sul quotidiano vaticano. Che bacchetta anche quei parlamentari che si sono affrettati ad applaudire il Papa nella visita a Montecitorio: “erano veri quegli applausi o è vero quello che sta accadendo ora?” è la provocazione del giornale. Nel riferire che “decisivi, in commissione” erano stati i ‘no’ di An, Ds e Verdi, mentre “i rappresentanti della Lega, che pure è contraria, erano assenti”, l’Osservatore scrive che “non ha mancato tuttavia di commentare l’accaduto il Guardasigilli, Castelli, il quale con ostentata soddisfazione ha ricordato come ‘in tempi non sospetti’ avesse detto ‘che indulto e indultino non sarebbero passati in Parlamento’. ‘Ora, puntualmente, quella previsione si avverà ha continuato il ministro leghista, che è anche andato oltre -commenta il giornale- arrivando ad esprimere il suo ‘rammarico’ per il ‘tempo prezioso che è stato perso, sottraendolo ad altri importanti provvedimenti all’esame delle Camere”‘. Poi l’affondo: “evidentemente per lui -scrive l’Osservatore- le condizioni di vita nelle carceri non meritano attenzione”. Il quotidiano ricorda a questo punto che era stato “tra i più apprezzati e applauditi del suo discorso” il passaggio del Papa “nella sua straordinaria visita al Parlamento del 14 novembre 2002” sulla “solidarieta”‘ che lo Stato dovrebbe riservare alle membra più deboli della popolazione, compresi i detenuti, pur senza compromettere la necessaria sicurezza dei cittadini”. Il fatto che sia stato un passaggio cosi’ “apprezzato e applaudito”, per l’Osservatore suscita un interrogativo: “erano veri quegli applausi o è vero quanto sta accadendo ora?”.


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