Spesso quando mi viene chiesto cosa poter fare, come singoli, per aiutare la natura, io espongo tutti nostri dettami in tema di consumi, di comportamenti virtuosi, di lotta agli sprechi e di adesione al WWF.
Ma quando sono stanco di ripetere gli stessi consigli passo a indicazioni, forse meno utili ma sicuramente più piacevoli e divertenti per i miei volenterosi interlocutori. Mi riferisco all’aiuto da dare in inverno agli uccellini, in campagna ma ancor più in città. Molti mi rispondono che già offrono sul davanzale le briciole avanzate dai pasti. Ottima e lodevole abitudine, rispondo, ma che, perfezionandola, può dare molte più soddisfazioni. Mi riferisco alle mangiatoie. Ora che arriva il freddo molti uccellini di città hanno bisogno di un aiuto alimentare.
Esponendo delle piccole mangiatoie contenenti, più che le insipide briciole di pane, frammenti di noci e nocciole, semi di girasole, succulenti briciole di panettone e di pasta frolla, pezzi di mela, mangimi per granivori e altre pietanze ricche di grassi, – dato che soprattutto gli insettivori ne hanno bisogno per resistere al freddo – vi farete molte amicizie piumate e canore. Nella mia mangiatoia appesa (vedi disegno qui accanto) in piena città (Roma) ho come commensali pettirossi e capinere, cinciallegre e cinciarelle, passeri e verdoni, verzellini e occhiocotti, codirossi spazzacamini e storni. L’importante è tenere alla larga il gatto di casa (il mio lo sa e non osa, in inverno, uscire di giorno in terrazzo) e osservare, meglio se con un binocolino, l’andirivieni divertente delle varie specie e i loro rigidi “ordini di beccata”. È anche una maniera di avvicinare figli, mogli e nipoti al mondo riservato e timido dei “clandestini in città”.
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