Politica

ospitalità e orgoglio bennenid os

le miniere del sulcis avevano chiuso, e migliaia di uomini erano rimasti senza lavoro. un affronto per le loro donne, combattive e tenaci come solo le isolane sanno essere. così dalla loro indignazion

di Emanuela Citterio

Chiamarli turisti mi dispiace». Betty Mascia, 49 anni, ha cominciato a ospitare nove anni fa, quando in Sardegna non si sentiva ancora parlare di bed & breakfast. Siamo nel Sulcis, la regione delle miniere, sudovest dell?isola. La casa di Betty, a Villamassagia, è immersa in un uliveto, piantato e coltivato da lei e il marito. Nel 99 la pioniera del bed & breakfast ha conosciuto Domus Amigas, un?associazione nata dall?intraprendenza e dalla tenacia di dodici donne dell?Iglesiente. E la casa a Villamassagia è diventata il primo nodo di una rete di ospitalità cui oggi aderiscono 25 famiglie.
«Ogni volta è come se aspettassi un parente», spiega Betty. «E poi qui l?ospitalità è radicata nella nostra tradizione. In Sardegna un turista è uno che fa un bagnetto e poi se ne va. Con i miei ospiti invece ci conosciamo. Gli racconto la storia delle nostre zone, me li coccolo, fa bene più a me che a loro. Se vogliono possono anche passare la giornata con me, in campagna. Per i bambini è un divertimento, non se ne vogliono più andare».
Domus Amigas non è un bed & breakafast nel senso tradizionale del termine, ma una delle attività del Centro di sperimentazione e autosviluppo, una proposta di economia solidale che si è sviluppata in modo articolato dopo la crisi delle miniere del Sulcis. «Tutta l?economia della zona si reggeva sul carbone», racconta Teresa Piras, l?anima e la memoria storica dell?associazione. «Nel 97, dopo anni di crisi, le miniere hanno chiuso lasciando senza sostentamento molte famiglie. Una sera, durante un incontro pubblico, ci siamo chieste se noi donne potevamo fare qualcosa».
Teresa e le altre hanno cominciato parlando. «Ci trovavamo a discutere, una volta alla settimana. Abbiamo cominciato a contattare persone che avevano iniziato a sperimentare forme di autosostentamento. È stato così che abbiamo scoperto anche persone come Betty, che stavano tentando una nuova forma di ospitalità».
Domus Amigas ha scelto di essere una rete e non un?agenzia. «Il nostro rapporto non è di tipo economicista. Le famiglie l?hanno capito e abbiamo un ritorno di fiducia e stima che ci aiuta ad andare avanti su questa strada». Lo stile di accoglienza delle famiglie di Domus Amigas si basa sul recupero di saperi e abilità del sud della Sardegna. Nel piccolo paese di Musei, 10 chilometri da Iglesias, Maria Giusta insegna ai propri ospiti a fare il pane, come ha imparato dalla madre e dalla nonna. «In famiglia coltiviamo ancora i campi di grano. E con gli steli realizziamo i cesti di giunchi». Ci sono arti che stanno conoscendo una ripresa, come quella della fabbricazione dei mattoni a crudo. Maria Giusta e il fratello hanno ereditato un antico casale costruito con questa tecnica. «Si impasta il fango con la paglia e si lascia a ?lievitare?, più o meno come si fa il pane».
C?è chi offre ospitalità in soluzioni indipendenti e chi ospita in casa propria. Come Teresa Figus di Gonnesa, vicino al mare, che con il marito vive in un?antica casa di miniera restaurata. «Alla sera ci troviamo con gli ospiti a chiacchierare nel giardino. C?è chi è interessato alla storia delle miniere, e allora la parola spetta a mio marito, che ci ha lavorato per tanti anni». La casa di Teresa fa da punto d?appoggio anche a chi vuole visitare le grotte di Santa Barbara, uniche per le concrezioni cristalline di barite che a nido d?ape ne intarsiano le pareti. Il Sulcis fa parte del Parco geominerario e a Gonnesa è ancora viva l?arte dell?argento. C?è chi ha imparato a riconoscere le diverse caratteristiche delle pietre, come Piero Pirosi di Tratalias, amante dei nuraghi e allevatore di pecore. Ai visitatori stupiti mostra pietre dalle forme più strane collezionate in tanti anni e le radici che ha imparato a scolpire a mano.
La casa più distante dal mare è quella della famiglia di Francesco, nella campagna di Mereu, che produce saponi naturali fatti con le erbe. Prodotti per turisti? Non proprio, anche se naturalmente si possono acquistare. I saponi di Francesco, i tessuti artigianali di Veronica, la frutta di Paolo di Sant?Antioco le trovi in tutte le famiglie di Domus Amigas. Sono entrati nel consumo di tutti grazie ai gruppi di acquisto solidale. «Se c?è un raccolto abbondante che rischia di andare male ci si dà da fare per sostenere i contadini e comprare quel tipo di frutta», spiega Teresa. «Qualcuno ha ripreso a realizzare oggetti dalla materia prima al prodotto finito. Un gruppo di ragazze ha ripreso l?arte del telaio, utilizzando la lana delle pecore sarde che di solito viene per la maggior parte bruciata. I prodotti naturali, dal cibo ai detersivi, da tre anni si possono acquistare nel piccolo negozio Naturalia di Iglesias, un tentativo di consorziare i produttori biologici della zona. Da qualche tempo anche i pescatori si sono uniti all?associazione e, oltre alle Domus Amigas sono disponibili per gli ospiti le Barcas Amigas. Antonello e Annibale Mei ti portano con loro per un?intera giornata, a vedere quel che c?è da pescare.
Emanuela Citterio

Info: Domus Amigas, tel. 0781.36319, www.domusamigas.it
I corsi: panificazione, Maria Giusta, tel. 0781.71088; realizzazione di saponi naturali, Francesco, tel. 0781.781006; ricette della cucina tradizionale sarda, Silvana, tel. 0781.954146
Gite in barca: Annibale Mei, tel. 329.9612195

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