Famiglia

Ospedali, al San Carlo di Milano arriva l’happy hour

Alle 19 un gruppo di volontari prepara l'aperitivo. E gli orari dei pasti sono come a casa

di Redazione

Intorno alle 19.00 scatta l’ora dell’aperitivo all’ospedale San Carlo di Milano. “Un gruppo di volontari prepara bibite e stuzzichini, un appuntamento molto gradito dai nostri pazienti”, racconta Sergio Marsicano, psicologo responsabile del progetto di umanizzazione dell’ospedale milanese, pensato su misura per i malati oncologici. E il San carlo e’ un ospedale ‘piu’ umano’ non solo esteticamente: nella struttura, accanto ad ambulatori piu’ colorati, con comode poltrone e spazi per leggere e conversare, si e’ pensato di ‘normalizzare’ la vita del paziente con iniziative come feste, cene del sabato sera, spettacoli, visione di film in gruppo. “Tanto che alcuni pazienti che devono tornare per cicli di terapia, cercano di farlo in occasione di eventi speciali come una cena o una partita di calcio in tv”, racconta Donata Tabiadon, direttore dell’U.O’ di oncologia medica, in occasione di un incontro oggi a Milano per presentare il progetto ‘Si Cura Insieme’. Altro problema dei ricoverati, gli orari ospedalieri. “Cenare alle cinque vuol dire andare a letto alle sette di sera, e ritrovarsi svegli come grilli in piena notte. In questo modo – assicura Marsicano – il ritmo sonno-veglia si altera, come accade con il jet-lag. E i pazienti rischiano una regressione, una chiusura”. Per evitarlo, al San Carlo l’orario dei pasti e’ ‘come a casa’: si cena un’ora piu’ tardi rispetto a prima, grazie all’acquisto di un carrello speciale che tiene in caldo i pasti, e a un’organizzazione che consente di non stravolgere i turni e la vita dell’ospedale stesso e di medici e infermieri.


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