Formazione

Oscar: le star in nero parlano di guerra

E' emersa una vena "europeista" nelle premiazioni. E Michael Moore divide la platea con il suo: "Vergogna!" contro Bush

di Benedetta Verrini

Si è conclusa ieri la cerimonia degli Oscar, incoronando Chicago come miglior film dell’anno (la pellicola si è aggiudicata sei statuette), seguito dal Pianista (tre Oscar). Sul fronte dei vincitori, non è passata inosservata la sensibilità “europeista” da parte dei giurati dell’Academy of Motion Pictures: evidente non solo nell’affermazione di un polacco d’origine, e da anni parigino d’adozione, come Roman Polanski; ma anche nel rinnovato riconoscimento a Pedro Almodovar, già vincitore due anni fa per Tutto su mia madre. Stavolta il regista spagnolo ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura con Parla con lei. All’insegna dell’impegno anche la scelta del miglior film straniero dell’anno, il tedesco Nowhere in Africa, storia di una famiglia ebrea che si trasferisce nel Continente nero. Nel suo discorso di ringraziamento, Pedro Almodovar si è appellato al ripristino della legalità internazionale. E la sua non è stata una voce isolata. Durante la cerimonia, una tra le più sobrie della storia, i premiati ed altre star hanno espresso numerose dichiarazioni pacifiste. Il più irruento, come prevedibile, è stato Michael Moore, il regista vincitore per il miglior documentario con Bowling for Columbine: nel suo discorso ha dichiarato che “viviamo in tempi fittizi, in momenti in cui c’è un presidente fittizio che viene eletto, e che ci manda in guerra per ragioni fittizie. Vergogna!” ha urlato più volte, con la platea divisa tra applausi e fischi. Nicole Kidman, in lacrime dopo aver ricevuto la statuetta come miglior attrice, ha detto: “L’11 settembre molti hanno perso i loro cari e nella guerra altre persone ne perderanno. Che Dio li benedica”. All’esterno, la protesta più plateale è stata quella della coppia Tim Robbins-Susan Sarandon: sono arrivati in auto elettrica, per sottolineare la loro distanza dalla “guerra del petrolio”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA