Welfare

Orzo al garum, è Spqr

A tavola con Alce Nero di Gino Girolomoni.

di Gino Girolomoni

Nell?epoca degli splendori delle civiltà egizia, mesopotamica, cretese (2000 a. C.), la cucina era influenzata dalle necessità mediche e dietetiche. Solo con la civiltà greca e poi romana prevalse l?arte della gastronomia. All?inizio del primo millennio in questa direzione brilla una stella che non ha perso la sua luce ancora oggi: Marco Gavio detto Apicio, considerato il più grande esperto di gastronomia dell?antichità. Dedicò tutta la sua vita e il suo patrimonio alle raffinatezze culinarie e il suo bestseller De re coquinaria è tale ancora oggi.
Da lì prendo questa ricetta: un poderoso piatto unico, straordinario per ricchezza, colori, varietà, vivacità, adatto a tutti ma in modo speciale ai vegetariani, che un piatto così lo meritano proprio.
Mettere a mollo i ceci, le lenticchie e i piselli. Schiacciare l?orzo perlato e farlo bollire con i legumi. Sul finire della cottura aggiungere una buona quantità di olio extra vergine di oliva e affettare su un altro recipiente porri, coriandolo, aneto, finocchio, bietole, malva, getti di broccoli, il tutto fresco. Lessare il tutto e pestare, aggiungendo semi di finocchio, origano e garum (salsa di pesce conservato che i romani usavano ovunque): versare sui legumi e mescolare.
Mi rendo conto della difficoltà di trovare la salsa di garum, che ha anche un sapore molto forte.
Inventate voi un?alternativa: gli antichi romani non possono pretendere da noi i loro stessi gusti.

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