Formazione

Orvieto. Tremonti e Franceschini discutono di etica

Dopo l'intervento di monsignor Betori del mattino, Tremonti e Franceschini parlano a ruota libera di vita e politica, coordinati da Bonacina

di Ettore Colombo

Orvieto – nostro servizio. Un incontro curioso quello promosso oggi dalle Acli a Orvieto a conclusione della prima giornata di “Bios e polis”, il tradizionale seminario delle Acli, un idea voluta, all’inizio del suo mandato, dal presidente Luigi Bobba: il vicepremier e vicepresidente di Forza Italia Giulio Tremonti e il coordinatore della Margherita Dario Franceschini non si sono accapigliati, come sempre e come tutti, sui temi della politique politicienne, ma hanno volato alto, nel botta e risposta “La vita interroga la politica” che le Acli hanno organizzato con loro due come protagonisti a conclusione della prima giornata di Orvieto. Coordinati dal direttore editoriale del settimanale Vita, Riccardo Bonacina, che ha ricordato a entrambi l’impegno, da fronti e con modalità diverse, profuso su una battaglia che è diventato un tratto distintivo del giornale, la deducibilità fiscale delle donazioni – meglio nota come Più dai, Meno versi – Tremonti e Franceschini hanno parlato dopo l’intervento del mattino di mons Giuseppe Betori che ha indicato nella vita la questione cruciale dell’impegno dei cattolici per il loro futuro pubblico. ”Rispetto alla scienza ed ai grandi temi del progresso scientifico la politica deve praticare l”ignoranza scientifica’, la modestia: deve dire di sapere di non sapere”, afferma il vicepresidente del Consiglio Giulio Tremonti intervenendo con il coordinatore della Margherita Dario Franceschini. Secondo Tremonti, quelli della scienza, del progresso e in generale della biopolitica ”non sono temi su cui dividersi in campagna elettorale: su di essi bisogna trovare il massimo del consenso possibile tra le forze politiche per costruire insieme il futuro del Paese”. Su questo concetto si dice d’ accordo Franceschini: ”se non vogliamo che la societa’ sia solo un grande mercato – rileva l’ esponente della Margherita – allora sono necessari gli anticorpi della politica”. In questo senso, Franceschini sottolinea, pero’, che la politica e’ caratterizzata oggi ”da una eccessiva lentezza: troppo spesso i legislatori sono chiamati a regolamentare dei fenomeni che, quando si arriva alla produzione delle norme, si sono gia’ esauriti” Giulio Tremonti, dunque, sceglie la platea del convegno di studi delle Acli per rilanciare una tesi a lui cara: la crisi dello Stato sociale puo’ trovare nel mondo del volontariato una risorsa insostibuile che ”con poco denaro produce un enorme ritorno di servizi”, allora perche’ non pensare, accanto all’8 per mille esistente, ad un secondo 8 per mille che contribuisca a tenere in piedi lo Stato sociale. Di scena e’ la critica alla globalizzazione ed ai suoi strumenti: ”Sono convinto – afferma il vice presidente del Consiglio – che la decisione del Wto di Marrakesh del 1994 sia l’ultima pazzia ideologica del ‘900”. ”Niente contro il libero mercato – chiarisce Tremonti – ma un cambio cosi’ forsennato… Si e’ cambiato il mondo troppo in fretta”, con due conseguenze: ”Il mondo arabo ha reagito malamente, solo cosi’ si spiega anche il terrorismo. Il mondo asiatico ha reagito in positivo e solo cosi’ si spiega lo straordinario successo economico di questi anni”. Nei paesi sviluppati conme la Germania il risultato, prosegue Tremonti, e’ stata la delocalizzazione della produzione e la localizzazione del Welfare State. ”E’ cambiata la struttura del mondo”. Il problema per le societa’ sviluppate e’ ”cosa fare per tenere in piedi lo Stato sociale?” si chiede Tremonti. ”Come tenere in piedi la coesione sociale quando i soli numeri che salgono sono quelli del numero dei vecchi?”. Qui l’ex ministro dell’Economia rivendica come passo positivo per la sostenibilita’ del sistema la riforma delle pensioni. ”Tra 10 anni – dice – quando mi chiederanno cosa ho fatto diro’ con orgoglio di avere fatto la riforma delle pensioni, una buona riforma che da’ stabilita’ nel ciclo di vita”. Ma manca un’altra risposta, come puo’ lo Stato sociale rispondere all’enorme allargamento dei bisogni derivante da una situazione di poche culle e poche bare? Parte di qui il ragionamento di Tremonti sulla possibilita’ di utilizzare il mondo del volontariato in questa crisi, con la proposta di sostenerlo con un nuovo 8 per mille: ”Un modo per gestire fenomeni che con mezzi convenzionali non sarebbero gestibili”. Dario Franceschini, coordinatore dell’esecutivo della Margherita, interlocutore dello stesso dibattito, reagisce respingendo una visione che definisce ”di supplenza da parte del volontariato” dei tagli apportati allo Stato sociale dal centrodestra, una tesi contestata dal vice premier, a giudizio del quale, i governi della Cdl non hanno ridotto la spesa sociale.


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