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Orsa Jj4, Lav pronta a portarla in Romania

Presentato nel corso di una conferenza stampa a Trento il piano di trasferimento con il quale la Lega Anti vivisezione si propone di liberare il plantigrado dalla “prigione del Casteller” in Trentino per portarla al sicuro in un rifugio rumeno. «Offriamo una soluzione concreta. Ora la Provincia di Trento non ha davvero più ragioni per ucciderla!», sostengono alla Lav

di Antonietta Nembri

Presentato oggi, lunedì 19 giugno, dalla Lav il Piano di trasferimento (in allegato in fondo pagina) con il quale si propone di liberare l’orsa Jj4 da quella che la Lega anti vivisezione definisce "la prigione del Casteller", in Trentino, per portarla al sicuro in un rifugio rumeno.

Il 2 maggio scorso – ricorda una nota – il Tribunale di Trento aveva chiesto alla Provincia di attivarsi per la verifica di soluzioni alternative all’uccisione, in tempi rapidi e nel rispetto del benessere animale, mediante il trasferimento dell’orsa in strutture anche estere. Lo stesso Ispra coinvolto nella questione, aveva emesso parere favorevole al trasferimento dell’animale in santuari esteri, ritenendola opzione coerente con le linee guida. Ma la Provincia di Trento ha disatteso la richiesta del Tar che aveva chiesto che entro l’11 maggio fosse depositata la documentazione, procurata dalla stessa Provincia, relativa ai centri che avevano dato disponibilità ad accogliere l’orsa. Il Tar trentino, di fronte all’inadempienza della Provincia, il 26 maggio aveva quindi richiesto alla stessa Lav di presentare una concreta proposta di trasferimento.

La Lega anti vivisezione si è subito attivata per pianificare il trasferimento di JJ4 e proporre quindi una soluzione concreta per salvarla.
«Ora la Provincia di Trento non ha più alcuna giustificazione», dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav, Animali Selvatici «abbiamo depositato un piano dettagliato che consente di portare in salvo JJ4 oggi stesso senza alcun costo per la Provincia, è sufficiente la firma di Fugatti per dare avvio al procedimento».


Dopo aver identificato alcuni centri di recupero per orsi disponibili ad accogliere l’animale, Lav ha selezionato il Libearty Bear Sanctuary Zarnesti, un rifugio rumeno, che si estende per 69 ettari e che attualmente ospita 115 orsi in totale. Creato in accordo con le autorità locali rumene, ha offerto negli anni una soluzione alla diffusa presenza di orsi nella zona, assicurando sia la permanenza degli orsi in recinti naturali in condizioni di semilibertà, sia la sicurezza delle popolazioni locali.

Il Libearty Bear Sanctuary Zarnesti è stato ritenuto da Lav – si legge ancora nella nota – il più adeguato fra quelli valutati. Le caratteristiche autorizzative locali, gestionali, ambientali e di sicurezza del centro, infatti, nonché la presenza di personale dedicato, tra cui personale medico veterinario, lo rendono adatto all’accoglienza di un orso proveniente dalla natura come JJ4 e altri. Inoltre, da un punto di vista gestionale il centro è dotato di personale appositamente formato alla gestione quotidiana degli animali, con esperienza all’introduzione di nuovi individui, che dopo un periodo di ambientamento si sono ben adattati a vivere nei recinti naturali – di estensione pari a decine di ettari – in condizioni di semilibertà, anche con altri orsi. Inoltre, essendo sul territorio dell’Unione Europea, risulta più facile organizzare e gestire tecnicamente il trasporto dell’animale.

«Sono molto sorpresa che nel 21esimo secolo ci siano ancora orsi condannati a morte, mi sembra di vivere nel medioevo. Questo orso non appartiene al Presidente Fugatti, ma appartiene alla natura. Non vedo perché dobbiamo punire un’orsa che era nel bosco, nella sua casa. La condanna a morte non è più prevista dalla legislazione italiana, perché allora condannare a morte un’orsa?» ha dichiarato Cristina Lapis, fondatrice e presidente dell'associazione Millions of Friends Association (Amp), che gestisce il santuario- rifugio in Romania.

Lav ha quindi effettuato un sopralluogo per visitare il santuario e valutare nel dettaglio le modalità di trasferimento dell’orsa e le possibilità della sua accoglienza. Ha poi elaborato insieme a un gruppo di esperti nella cura degli orsi, e in collaborazione con il santuario stesso,il piano di trasferimento orsi.
In base al piano, il trasferimento sarà effettuato dal personale del santuario, esperto nello spostamento di orsi, supportato e assistito, per gli aspetti medico veterinari, da un’équipe di veterinari esperti nella cura e anestesia dell’orso, affidata alla direzione di Klaus Gunther Friedrich, medico veterinario con oltre 25 anni di esperienza nella cura di orsi bruni in strutture zoologiche e centri di recupero. Nella nota si sottolinea anche che la Lav “ritiene opportuna anche la partecipazione del Veterinario della Provincia di Trento attualmente responsabile della cura dell’animale nel parco faunistico Casteller”.

Il trasferimento – spiega ancora la Lav – sarà effettuato su strada con un autoveicolo di proprietà del santuario, autorizzato al trasporto degli animali su lunga distanza, e l’orsa sarà ospitata al suo interno in un apposito contenitore. L’équipe veterinaria viaggerà al seguito dell’animale e saranno effettuati controlli durante tutto il viaggio a intervalli regolari. L’équipe, inoltre, avrà a disposizione un’ambulanza veterinaria. La dotazione dell’ambulanza comprende tutta la strumentazione necessaria, anche, per eventuali interventi medico-veterinari d’urgenza, sia durante il carico, che per il trasporto e scarico dell’animale a destinazione.

In caso di accettazione del piano proposto – conclude la nota – la Lav si farà carico dei costi del trasferimento e del mantenimento dell’animale, comprese le spese per monitoraggio e visite ispettive dell’animale nel periodo di acclimatazione nel recinto naturale.

Nelle immagini gli orsi nel santuraio in Romania – Foto a Ufficio stampa

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