Non profit

ORLI D’AUTORE PERbSALVARE IL GUARDAROBA

ARTI E MESTIERI È boom per i negozi di riparazione sartoriale

di Chiara Cantoni

I n tempi di crisi, la necessità aguzza l’ingegno; l’abilità manuale fa tutto il resto. O quasi, dai rammendi alla rimessa a modello, fino all’ammodernamento di un abito. Parola d’ordine: riparazione sartoriale, ovvero l’arte di salvare il guardaroba dall’usura e dal turn over delle mode. Salvo poi diventare essa stessa una tendenza, incoraggiata dalla fiacca economica e dal boom di sartorie di pronto intervento, in grado di resuscitare i capi più malmessi. «Quando avviai l’attività nel 99 ero l’unico in quartiere», dice Giancarlo Pieretti, titolare de L’Ago magico di Roma. «La categoria del riparatore sartoriale non esisteva neppure: c’erano solo il sarto o il rammendatore. Oggi, invece, a Montesacro saremo una ventina. Con l’euro, il settore ha vissuto una forte espansione, mietendo clienti anche fra i benestanti».
Spuntano nei quartieri e nei centri commerciali, come laboratori singoli o in franchising, per rifoderare cappotti, sostituire zip, trasformare jeans a vita alta in jeans a vita bassa, gambe a zampa in gambe a sigaretta, e altro ancora. Protagonista assoluto, con costi da 6 a 8 euro, l’orlo: a festone, a giorno, arrotolato o in qualunque altra variante, ne è l’indiscutibile core business: da Orlo Express , catena di 16 negozi dislocati per lo più in Lombardia; a L’Orlo magico di Milano (zona De Angeli), specializzato nella riparazione d’abiti in pelle e nei rammendi, con la ricostruzione filo per filo di un tessuto; fino a L’Isola dell’orlo (quartiere Isola) che, oltre a riparare qualunque abito, fa dell’orlo istantaneo il suo punto di forza.
Un po’ come Xò – Servizi rapidi di sartoria , che oggi conta 20 punti diretti e 25 affiliati in tutta Italia: «Orlo in 20 minuti o il prossimo è gratis» è l’inequivocabile claim della catena. «Ogni laboratorio serve in media 80 persone al giorno», spiega Giuseppe Romeo , direttore Sviluppo. «Più che nell’incremento della clientela, però, la crisi si è avvertita nello spostamento delle lavorazioni dall’abito nuovo, da sistemare su misura, all’abito vecchio da reinventare: è cresciuto fino al 18% il numero di chi chiede la riparazione o l’ammodernamento dell’usato». Ragion per cui da Xò è in arrivo un inedito progetto di sartoria/merceria per l’abbellimento personalizzato.
«Chi non può permettersi la griffe, cerca comunque qualcosa di originale. In base alle singole richieste, procediamo al restyling del capo, introducendo la modifica o l’ornamento (un tirantino, una fibbia, una paillette particolari), che diano un tocco di personalità. Per dicembre aprirà il primo negozio pilota nel Centro commerciale di Limbiate e pian piano estenderemo il servizio anche agli altri negozi».

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