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Orlando: il fascicolo fiscale su Terzo settore il prima possibile a Bruxelles
Il ministro sull'invio del dossier per ottenere il via libera dall'Europa: "Sarà anche l’occasione per cogliere alcune indicazioni che provengono dal Terzo settore. È chiaro che questo lavoro non possiamo farlo da soli, ma c’è bisogno anche dell’intervento del ministero dell’Economia". Ma intanto il registro unico non arriverà prima di luglio
di Redazione
“Tempi il più stretti possibile per la notifica a Bruxelles delle misure fiscali che richiedono il nullaosta Ue. Sarà anche l’occasione per cogliere alcune indicazioni che provengono dal Terzo settore. È chiaro che questo lavoro non possiamo farlo da soli, ma c’è bisogno anche dell’intervento del ministero dell’Economia”.
Lo ha confermato Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle Politiche sociale, intervenendo a un evento promosso dai consigli nazionali dei dottori commercialisti e del notariato in riferimento ai tempi della notifica a Bruxelles su quella parte della riforma del Terzo settore che delinea un regime fiscale delle imprese sociali e degli Ets in generale. Una accelerazione che il ministro aveva già evocato in occasione dell’incontro col comitato editoriale di VITA e che se andrà a buon fine (a cinque anni dall’approvazione in Parlamento della riforma del Terzo settore) significherebbe anche aver trovata la quadra rispetto alle diverse sensibilità che sul tema del trattamento fiscale hanno caratterizzato anche il dibattito interno al Terzo settore.
“Non dobbiamo andare a Bruxelles come davanti a un tribunale. L’economia sociale sta diventando centrale, ma ancora non ha trovato spazio nella legislazione europea”, ha detto Orlando. Aggiungendo, guardando al summit sociale europeo del 7 maggio a Porto, che “oggi abbiamo l’occasione per far sì che l’Europa trovi gli strumenti giuridici per agevolarla”. Se Orlando spinge sul versante europeo, c’è invece da registrare una frenata sul fronte interno del Registro unico degli enti di Terzo settore (Runts). Secondo quanto emerge dall’interno del ministero del Lavoro il varo sarà posticipato dalla fine di aprile all’inizio di luglio.
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