Formazione

Orientamento con lo storytelling, la dispersione scende al 3%

Vengono presentati oggi i risultati del progetto Dedalus, realizzato dalla scuola di Baricco. È un progetto pilota europeo che utilizza la narrazione per l'orientamento scolastico. Fra i 324 studenti coinvolti i drop out si fermano al 3%, contro una media nazionale del 18%

di Sara De Carli

Gennaio si avvicina, e con esso le iscrizioni al prossimo anno scolastico. In questi week end si moltiplicano gli open day delle varie scuole, con le loro proposte. Ma a 14 anni, capire cosa si vuole fare da grandi è difficile. Scegliere “che scuola fare” è un passaggio cruciale per il futuro, e scegliere la scuola giusta è di sicuro un punto fermo che mette al riparo dal rischio di dispersione scolastica e abbandoni. In Italia siamo al 18,8%, in gran parte concentrata nel primo biennio delle scuole superiori. Il recente decreto scuola ha stanziato per i prossimi due anni 6,6 milioni di euro a favore dell’orientamento: «Vogliamo che l’orientamento – ha detto di recente il sottosegretario Gabriele Toccafondi a Job & Orienta – diventi finalmente uno strumento concreto e non più solo burocratico: facciamo entrare le imprese e le università nelle scuole e, insieme, favoriamo la formazione dei docenti all’interno delle aziende». Uno sforzo per rendere più efficiente l’attività di orientamento è richiesto anche dalla Youth Guarantee, “Garanzia per i Giovani”, il programma di sostegno all’occupazione giovanile varato dal Consiglio europeo lo scorso giugno, che sarà in vigore proprio da gennaio 2014. E il MIUR sta lavorando alle linee guida del nuovo Piano nazionale per l’orientamento.

In tutto questo fermento, oggi pomeriggio a Biella verranno presentati i risultati del Progetto Dedalus, un modo nuovo di fare orientamento. Invece dei soliti opuscoli, open day, test è stato utilizzato lo storytelling, ovvero la narrazione. Un po’ come ha fatto Joyce con Dedalus, un alter ego di sé giovane, in Portrait of a man as a young artist, che cerca e trova la sua strada. Non per nulla Dedalus è un progetto portato avanti dalla Scuola Holden di Alessandro Baricco e dal Dipartimento di psicologia dell’Università di Torino. L’idea è di trovare una strada nuova e “intelligente” non solo per l’orientamento scolastico, ma per affrontare scelte e transizioni di carriera. Il progetto europeo (finanziato dal bando Interreg Italia-Svizzera 2007/2013, con capofila per l'Italia Città Studi SpA e per la Svizzera l'Alta Scuola Pedagogica dei Grigioni e il patrocinio della Regione Piemonte) ha coinvolto 251 studenti italiani e 73 svizzeri, di scuole di Biella e del Canton Ticino: a un anno di distanza dall’intervento (ci sono stati sette moduli in classe fra ottobre e novembre 2012, nell’ultimo anno delle scuole secondarie di primo grado, scelte per l’elevato rischio di dispersione) e dopo aver scelto la scuola superiore, oggi solo il 3% di quei ragazzi si è ritirato o ha intenzione di farlo, contro il 18% di dispersione scolastica verificato dall’Istat.

«Potenziare l’orientamento richiede un investimento nell’innovazione dei metodi. I test sono fuorvianti per l’orientamento, perché tendono a confermare i punti deboli dei ragazzi e non li aiutano a cambiare, fotografano la persona senza coglierne il potenziale. L’adolescente invece è il suo potenziale», dicono Caterina Corapi e Maria Chiara Pizzorno, project manager e direttore scientifico di Dedalus. «Dedalus nasce quindi dalla volontà di far sparire i test, sostituendoli con le storie, i racconti dei ragazzi stessi. I punteggi dei test non danno voce ai ragazzi,  quello che dà voce e valore a una persona è la sua storia».  I ragazzi hanno raccontato le sfide che devono affrontare, chi sono i loro amici, quali le loro risorse e gli ostacoli da superare. Hanno composto una vera e propria cassetta degli attrezzi. Poi hanno parlato con i counselor, cioè i professionisti dell'orientamento scolastico, che li hanno affiancati, ponendo loro le domande giuste e aiutandolia trovare delle strade percorribili: progetti scolastici e formativi concreti, per costruire il loro futuro sempre con il coinvolgimento delle rispettive famiglie.
 

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