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Ore decisive per le suore rapite

Caterina Giraudo, 67 anni, e Maria Teresa Oliviero, 61 anni (nella foto) sarebbero state trasferite in territorio somalo

di Emanuela Citterio

Seguivano la “piccola via” di Charles de Foucauld: la presenza discreta fra i poveri e la condivisione della loro vita, come la volontaria laica Annalena Tonelli, uccisa in Somalia nel 2004. E lavoravano soprattutto per le donne come suor Leonella Sgorbati, assassinata a Mogadiscio nel 2006. In queste ore sono in molti a temere per Caterina Giraudo, 67 anni, e Maria Teresa Oliviero, 61 anni (nella foto), le due religiose italiane rapite domenica notte a El Wak nel nord-est del Kenya. Le ultime notizie le danno in territorio somalo: Hussein Sheikh Hassan, amministratore di El Wak, è convinto che il commando che le ha sequestrate sia stia dirigendo verso Garbahaarey, a circa 175 chilometri a nord-est da El Wak. L’ipotesi non è confortante, considerando anche ciò che sta accadendo nelle ultime ore in Somalia, dove i rapporti di forza si sono di nuovo capovolti. Gli insorti delle Corti islamiche hanno riguadagnato terreno contro il governo di transizione, estendendo il loro controllo del territorio fino alla cittadina di Elasha, ad appena 30 chilometri da Mogadiscio. Ieri avevano conquistato l’importante città portuale di Merca e oggi è caduta anche Addado, località tra Dhusa Mareb e Galkayo, 600 chilometri a nord della capitale.


C’è relazione fra la riconquista del territorio somalo da parte degli integralisti delle Corti islamiche e il rapimento delle due religiose italiane?

Le autorità del Kenya imputano il sequestro ai miliziani di al-Shabab, l’ala estremista delle Corti islamiche che stanno riconquistando la Somalia. Oggi però un leader delle Corti ha condannato il sequestro. «Siamo contrari al sequestro come arma di ricatto» ha detto oggi Abdurahim Issa Addow «e non siamo in alcun modo coinvolti in questa vicenda». Addoe però è il portavoce dell’ala moderata del movimento, firmataria di un accordo di pace recentemente raggiunto a Gibuti con il governo di transizione somalo, e le sue dichiarazioni potrebbero confermare la spaccatura interna al movimento.

La seconda ipotesi è il rapimento a scopo di estorsione. Sembra propendervi monsignor Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio: «Conosco bene la zona in cui è avvenuto il sequestro» ha detto all’agenzia Fides, «vi sono fuorilegge che compiono soprattutto razzie di bestiame ma che stavolta potrebbero aver deciso di rapire occidentali per ottenere dei riscatti». Ma neanche il vescovo, la persona che ha vissuto più da vicino l’uccisione di Annalena Tonelli nel 2004 e di suor Leonella Sgorbati nel 2006 in Somalia, se la sente di escludere altre ipotesi.
«Dietro al sequestro c’è la chiara e precisa volontà di colpire chiunque porti aiuto alla popolazione somala; di colpire il personale straniero e somalo, di ong e organizzazioni umanitarie internazionali per isolare completamente la Somalia» ha detto Sergio Marelli, direttore generale di Volontari nel mondo Focsiv».


«Man mano che passano le ore, l’ansia per la sorte delle nostre consorelle cresce» dicono le consorelle di madre Giraudo e madre Oliviero contattate a Mandera e Nairobi. L’attesa senza notizie, come sanno bene i parenti dei volontari e cooperanti sequestrati in questi mesi in Somalia, è la sofferenza che logora di più.


La “famiglia” cui appartengono le religiose
Il Movimento contemplativo missionario padre de Foucauld è stato fondato nel 1951 a Cuneo ed è oggi presente in quattro continenti. Nasce grazie a don Andrea Gasparino, giovane sacerdote della diocesi di Cuneo, che accoglie cinque ragazzi rimasti senza casa e senza famiglia dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Nel 1961 si stanzia la prima missione all’estero, in Brasile. Il movimento poi raggiunge l’Asia, l’Africa e l’Europa dell’Est. La comunità, la cui fisionomia è stata riconosciuta dalla Santa Sede nel 1990, è presente in Africa con 4 fraternità (Madagascar e Kenya) e tre in Etiopia; in Asia con 6 fraternità in Corea, 3 in Bangladesh e 2 a Hong Kong; in Amerca Latina con 4 fraternità tutte in Brasile; in Europa dell’est (una in Russia e una in Albania). Nella missione di El-Wak, in Kenya al confine con la Somalia, il Movimento ha costruito un ambulatorio e una casa di accoglienza per l’assistenza a disabili, malati di tubercolosi e epilettici.


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