Sostenibilità
Ore decisive per il vertice
Trattative in stallo. Gli Usa mettono sul piatto 100 milardi. La diretta e il sondaggio di vita.it
di Redazione
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LO STALLO
L’Unione Europea ha formalmente espresso “preoccupazione” per “la mancanza di progressi nei negoziati” al vertice sul cambiamento climatico a Copenaghen. Lo si legge in una nota congiunta della presidenza Ue e della Commissione europea, dove si sottolinea anche un invito ai “maggiori emettitori” di CO2 a “migliorare la loro offerta”, condizione necessaria perche’ anche l’Ue migliori la sua offerta. “L’Unione Europea incoraggia tutte le parti ad assumere un atteggiamento di massima flessibilita’ affinche’ le discussioni possano avanzare”, si sottolinea nella nota.
Intanto il primo ministro danese Lars Lokke Rasmussen ha confermato di aver rinunciato a presentare una bozza di accordo da sottoporre questo pomeriggio al summit sul clima di Copenaghen. “Dopo consultazioni con il G77 delle nazioni in via di sviluppo, la Cina e altri gruppi … i documenti base per il lavoro saranno i testi presentati in pleniaria la scorsa notte”, ha detto Rasmussen intervenendo davanti ai delegati della conferenza. Questa mattina il capo della delegazione cinese Su Wei, citato dall’agenzia stampa ufficiale cinese, aveva chiarito la ferma opposizione di Pechino alla presentazione di una bozza di accordo da parte del paese organizzatore della conferenza. “E’ stato concordato che le uniche legittime basi di discussione per il risultato dei negoziati Copenaghen saranno i risultati ottenuti nei due principali gruppi di lavoro”, aveva detto Su, riferendosi alle due bozze presentate l’11 dicembre dai presidenti dei due gruppi di lavoro sui seguiti del protocollo di Kyoto.
LA PROPOSTA AMERICANA
Gli Usa sono disposti a dare il loro contributo “allo sforzo globale” per un fondo da 100 miliardi di dollari annuali fino al 2020 per aiutare i Paesi poveri a adottare tecnologie pulite e a far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatico. La disponibilita’ e’ stata offerta dal segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, arrivata stamane a Copenaghen dove il vertice sul Clima dell’Onu rischia il fallimento. Il capo della diplomazia americana ha spiegato che “gli Stati Uniti sono disposti a lavorare con le altre nazioni verso un obiettivo di sforzo globale che destini 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020”. I fondi americani arriveranno da finanziamenti pubblici, privati e da “altre fonti alternative” che la Clinton non ha meglio specificato.
“Auspichiamo ora un accordo tra Stati Uniti e Cina su come definiranno il tema della trasparenza e attendiamo l’impegno del Presidente Obama affinché la legislazione sul clima sia la sua principale priorità nel prossimo anno. Dall’Unione Europea e dagli altri Paesi industrializzati attendiamo un segnale positivo sul fronte delle riduzioni delle emissioni al 2020”, commenta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, presente a Copenaghen.
Sul fronte dei finanziamenti, il WWF segnala come fino ad oggi molti Paesi abbiano avanzato nuove proposte finanziarie cosiddette “fast start”, ovvero immediate, per aiutare a concludere l’accordo, mentre il pezzo mancante fondamentale restava proprio la finanza a lungo termine.
“Sebbene i finanziamenti ‘fast start’ siano fondamentali per creare le basi di lavoro, non devono assolutamente essere visti come sostitutivi di una finanza sicura, programmabile e addizionale nel medio e lungo termine, necessaria sia per azioni di mitigazione, come la lotta alla deforestazione, sia per aiutare i Paesi vulnerabili ad adattarsi agli impatti più pericolosi del cambiamento climatico” – ha concluso Midulla.
GLI SCENARI POSSIBILI
Sono tre i possibili risultati che possono arrivare dal vertice Onu sul clima di Copenaghen che chiude domani i battenti dopo undici giorni di negoziati. Nella capitale danese circa 120 capi di stato e di governo e migliaia di delegati stanno discutendo per arrivare a un accordo su un nuovo trattato per la protezione del clima. Un’intesa che al momento non sembra dietro l’angolo. – ACCORDO GIURIDICAMENTE VINCOLANTE: E’ l’accordo su obiettivi specifici di riduzione dei gas che producono l’effetto serra da parte dei paesi industrializzati ed emergenti, individualmente. Con tale accordo si cerca di limitare l’aumento di temperatura del pianeta a un massimo di due gradi centigradi. Se non si prenderanno misure, entro il 2100 la temperatura potrebbe crescere anche di 6,4 gradi. A questo si aggiungono gli impegni di finanziamenti di svariati milioni assunti dai paesi industrializzati a favore dei Pvs. – ACCORDO POLITICO: Un accordo quadro, con obiettivi politici precisi, che alcuni delegati sono ancora convinti possa essere raggiunto. Nei prossimi mesi si dovra’ elaborare poi un accordo internazionale giuridicamente vincolante con tutti i dettagli. – SEMPLICE DICHIARAZIONE FINALE: Una dichiarazione politica di intenti non vincolante, secondo la quale i paesi si impegnano a proteggere l’ambiente. La discussione di tutte le questioni aperte viene rimandata al prossimo anno, quando si terranno le conferenze sul cambiamento climatico a Bonn e in Messico
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