Che notizia. Nel giorno del piano anticrisi, occupato da una chilometrica conferenza stampa di Tremonti, spunta un fiore di speranza, la ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Onore a Eugenia Roccella che ha mantenuto un impegno, confermato anche nell’intervista che mi ha concesso per Vita. Ma onore anche a tutti coloro, e sono tanti, che non si sono mai dati per vinti, a partire da Giampiero Griffo, e hanno insistito perché l’Italia non perdesse questo treno di civiltà.
Ora sono Convenzionato con l’Onu. Ho un testo dei diritti da leggere, da imparare a memoria, da confrontare con la realtà di cittadino di questo Paese. Non solo, visto che l’Italia ne fa parte (manca solo il voto finale del Parlamento ma a questo punto sono certo che si andrà a una approvazione bipartisan in tempi non lunghi) potrò dire la mia, da italiano, su come vengono applicati i principi della Convenzione Onu nel mondo, anche in quei Paesi che ancora discriminano pesantemente le persone con disabilità, senza neppure pensarci un momento.
Nasce anche un Osservatorio nazionale. Bene, speriamo che sia snello, che ne facciano parte solo persone competenti ed entusiaste, non faziose, non arretrate culturalmente. Che i ministeri scelgano i loro membri con il criterio dell’efficienza e dello spirito di servizio al cittadino, che le associazioni si impegnino a dare il meglio di sé, senza steccati, senza invidie, senza gelosie. Che la società civile dimostri di essere all’altezza delle nostre leggi, che non sono niente male, ma facciamo di tutto per applicare poco e male.
Vorrei che fossero in molti, questa volta, a commentare, a dire la loro, perché questo è uno strumento popolare, per tutti, per le persone con disabilità, per le famiglie, per i giovani, per gli anziani, per le donne, per gli operatori pubblcii, per i volontari, per gli uomini e le donne di buona volontà.
La disabilità è una condizione umana che può capitare a tutti, nel corso della vita. La consapevolezza dei diritti fa la differenza. Perché ognuno di noi, in sedia a rotelle, senza la vista, senza udito, con problemi di relazione o di intelletto, può vivere meglio o peggio a seconda dell’acqua nella quale può nuotare: la cultura di una società si evolve lentamente, e uno strumento come la Convenzione è un autentico grimaldello sociale.
Andiamo avanti. E’ una data da ricordare.
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