Famiglia

Ora non si penalizzi il diritto allo sport

Le misure del dopo Morosini

di Franco Bomprezzi

Nel momento in cui scrivo comincia a farsi strada l’ipotesi che la morte improvvisa, sul campo di calcio, del giovane Piermario Morosini sia stata determinata da un difetto genetico. Se così fosse, tutto il clamore mediatico sviluppatosi nei giorni scorsi si rivelerebbe a dir poco superficiale. È ovvio che gli interventi di emergenza, nei luoghi di sport, devono essere previsti con maggior cura e competenza, attraverso procedure mandate a memoria ed esercitazioni pratiche. È altrettanto doveroso, per tutti i giovani che si avvicinano alla pratica sportiva, essere consapevoli del proprio stato di salute, specialmente del buon funzionamento dell’apparato cardiorespiratorio. Ma adesso temo un’ondata di salutismo, di controlli e di nuove procedure severe, che otterranno solo il risultato di allontanare dalla pratica sportiva tutti coloro che in qualche modo temono di non essere più che perfetti.
Che cosa succederà allo sport per disabili? Il diritto allo sport per tutti, affermato con forza proprio in queste settimane dalla Uildm, come può misurarsi correttamente con un fuoco di sbarramento mediatico che prevede un defibrillatore in ogni casa, perché non si sa mai? Una persona dalle ossa fragili (io sono ormai fuori quota, ma tanti ragazzi no) perché dovrebbe rinunciare all’attività sportiva? Per paura di farsi male? Possibile che nella nostra società si debba sempre e comunque esorcizzare il rischio, il destino, la libera scelta? Non propongo ovviamente l’incoscienza o la mancanza assoluta di prevenzione. Ma vorrei che non si perdesse di vista il buon senso, quella capacità di trovare un equilibrio ragionevole tra le regole e la vita, tra la prevenzione e la libera scelta. Penso all’attività motoria degli anziani, degli atleti paraplegici, dei giovani che convivono con patologie genetiche. Penso all’hockey in carrozzina elettrica. Qualcuno fermi i nuovi cultori della salute a ogni costo. Tanto al massimo moriremo sani.

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