Sostenibilità

Ora la Sardegna ha un piano…

La piccola rivoluzione di Soru: divieto di costruzione nella fascia costiera, tutela del paesaggio. Dopo anni di caos normativo la regione adesso fa scuola. Di Luca Pinna, WWF Sardegna

di Redazione

Dopo anni di assoluto disordine nella politica di gestione e tutela della coste, la Sardegna volta pagina e la Giunta regionale, guidata dal presidente Renato Soru, vara il nuovo Piano paesaggistico regionale, l?importante strumento di pianificazione urbanistica e paesaggistica, destinato a garantire un?adeguata tutela al territorio regionale con particolare riguardo alle coste. Le nuove regole, quindi, provvedono a colmare quella lacuna normativa creatasi a seguito dell?annullamento, da parte del Consiglio di Stato, di ben 13 dei 14 Piani territoriali paesaggistici di cui la Regione Sardegna si era dotata nel 1992, ritenuti scarsamente efficaci sul piano della tutela paesaggistica e illegittimi. Il piano nel dettaglio Sicuramente, per la prima volta, il legislatore riconosce attraverso norme chiare ed efficaci l?importanza della conservazione e valorizzazione delle coste sarde, del paesaggio, della biodiversità e delle peculiarità ambientali, storiche e culturali. Un modello che soddisfa ampiamente il WWF che da anni si batte perché venga arrestato il degrado ambientale lungo le coste dell?isola e la corsa alla cementificazione selvaggia. Tra gli aspetti più qualificanti del nuovo impianto normativo vi è, ad esempio, l?assoluto divieto di realizzare nuove volumetrie rispetto a quelle già esistenti nell?intera fascia costiera, suddivisa in ben 27 ?ambiti di paesaggio?. Inoltre, la salvaguardia degli ambienti costieri avverrà mediante l?applicazione di quattro diverse graduazioni di tutela. Si va, quindi, dagli ambiti di conservazione integrale a quelle aree meritevoli di un?adeguata riqualificazione ambientale. In sostanza, il nuovo Piano paesaggistico regionale non si limita al contenimento dei futuri danni al paesaggio, ma punta in maniera decisiva al miglioramento di quegli ambiti territoriali che oggi appaiono compromessi. Eco-concertazione Elemento di novità assai importante che ha accompagnato la predisposizione del Ppr sono state le conferenze di copianificazione tra la Regione, gli enti locali e le organizzazioni ambientaliste e di categoria. Sono state 22 e hanno consentito agli interessati di confrontarsi sulla futura pianificazione territoriale. Anche il WWF ha avuto modo di esprimere le proprie valutazione e le proprie osservazioni per un ulteriore miglioramento del provvedimento normativo. Adesso la Sardegna parte con un discreto vantaggio, rispetto a molte altre regione italiane, in fatto di tutela e conservazione del territorio. Potrà finalmente custodire i suoi migliori gioielli naturalistici e paesaggistici, quelli che ogni anno attirano sull?isola migliaia di turisti e che, pertanto, rappresentano una forza irrinunciabile sulla quale fondare un modello di sviluppo sostenibile. Gli scempi continuano Ma non basta. Occorre non abbassare la guardia, perché nell?isola continuano ad imperversare gli ?ecofurbi?, cioè coloro che in qualche modo tentano di aggirare le leggi e le normative, riuscendo spesso ad eludere il controllo da parte delle autorità, realizzando abusivamente strutture in luoghi di notevole pregio naturalistico e paesaggistico e, magari, a pochi metri dal mare. A Chia, ad esempio, nel comune di Domus de Maria, in un un tratto costiero tra i più pregiati dell?isola, caratterizzato da ampie spiagge di sabbia bianca e finissima, da sistemi dunali di grande importanza, rientranti nella rete dei Sic (siti di importanza comunitaria), dagli stagni retrodunali popolati da fenicotteri e cavalieri d?Italia, alcune società immobiliari stanno letteralmente spazzando via intere colline, prima ricoperte dai ginepri, per realizzare orrendi villaggi che stanno alterando in maniera irreversibile il paesaggio costiero. Attraverso un apposito ricorso, il WWF è riuscito a bloccare il Piano urbanistico che la stessa amministrazione stava per varare e che avrebbe ulteriormente massacrato la costa di Chia. Ulteriori esposti e denunce presentati dal WWF sono al vaglio delle autorità giudiziarie e degli enti competenti, che dovranno verificare la legittimità delle opere sino ad oggi eseguite.


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