Welfare

Opg, il rinvio di un anno è legge

La Camera approva la conversione in legge del rinvio di un anno della chiusura degli OPG. Respinti tutti gli emendamenti, il testo resta quello licenziato dal Senato. Gli esperti: «netto miglioramento rispetto al testo originale». Finalmente fuorilegge gli ergastoli bianchi.

di Sara De Carli

La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge, già approvato dal Senato, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, con 294 sì e 109 no. Chiusura fissata quindi per il 1 aprile 2015.

Il testo approvato ricalca quello licenziato dal Senato e poi dalle Commissioni, senza ulteriori modifiche, testo che Stop Opg aveva salutato come positivamente migliorato rispetto a quello governativo: «pur non risolvendo tutte le criticità ha certamente migliorato l’attuale normativa», aveva detto Stefano Cecconi. Ribadiamo la nostra soddisfazione per una legge che, pur non sciogliendo i nodi  giuridici che sostengono l’Opg (in primo luogo la modifica del codice penale per abolire definitivamente il doppio binario e l’istituto della misura di sicurezza in Opg), ha certamente migliorato l’attuale normativa.

La nuova legge stabilisce che entro 45 giorni dalla entrata in vigore delle norme, le ASL devono presentare i programmi individualizzati per dimettere tutte le persone ancora trattenute negli OPG. I magistrati devono evitare fin da ora nuovi invii negli OPG, anche per provvedimenti di natura provvisoria, a meno che non si accerti che nessun’altra soluzione in questa fase sia idonea. In ogni caso, la permanenza in OPG in questa fase residuale e domani in REMS, non può e non potrà essere superiore nella durata al massimo della pena edittale prevista per il reato commesso dal soggetto, ponendo fine alla possibilità dei cosiddetti ergastoli banchi. La «pericolosità sociale» della persona inferma di mente autrice di condotte che integrano fattispecie di reato, deve essere accertata soltanto in relazione alle qualità del soggetto stesso, prescindendo dalle condizioni socio-economiche o dalla mancanza di un progetto individualizzato da parte del dipartimento di salute mentale. «Ora quindi è responsabilità delle regioni andare oltre i progetti sulle REMS (i mini Opg regionali) per renderle quantomeno residuali, utilizzando i finanziamenti per potenziare i servizi delle Asl».

Peppe Dell’Acqua invece ha commentato: «Si aprono spiragli di concrete possibilità per limitare l’insensatezza delle procedure, delle regole, degli istituti che riproducono da più di 80 anni “l’orrore dell’Opg”. Speriamo tutti che un percorso nuovo cominci. Difficilissimo: rendere concrete le indicazioni della legge, tenere viva l’attenzione delle regioni, dei dipartimenti e delle magistrature, dei servizi sociali. Molti di noi vedono in questa legge un nuovo inizio. Prima di ogni cosa sarà necessario parlarsi. Dovremo dedicare il massimo sforzo per convocare tutti gli attori in scena. E massimamente evitare fratture e conflitti».

 


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