Economia
Opes, una buona finanza è possibile
Presentato a Milano il primo veicolo italiano di impact investing con un grande obiettivo: ridurre la povertà, facendo crescere le imprese sociali, con i "capitali pazienti"
Agung Alit, da 20 anni, lavora affinché Bali possa essere un paradiso non solo per le migliaia di turisti che affollano le sue spiagge ogni tanto, ma anche per i piccoli artigiani delle comunità locali. Nel 1993 ha fondato Mitra Bali, una cooperativa di commercio equo e solidale che punta a far avere giusti compensi agli artigiani. E ci sta riuscendo. Abubaker Musuuza, giovane ugandese, ha fondato insieme a un socio Village Energy, con un'idea semplice: portare l'elettricità laddove non c'era e dove il kerosene per illuminazione porta via molto del reddito delle famiglie più povere (e ne mette a repentaglio la salute), sfruttando l'energia solare e facendo diventare ogni famiglia un piccolo produttore in proprio. Qualcosa di simile a quello che fa dal 1995, in India, Harish Hande con la sua Selco. E poi c'è Sundeep Kapila, che invece ha fondato Swatsth India, un'impresa sociale che lavora nel settore della salute, con l'obiettivo di dare, da qui al 2018, assistenza sanitaria accessibile e di qualità a 10 milioni di persone che oggi non ce l'hanno (nella foto, un loro ambulatorio).
Loro, come migliaia di altri nel mondo, sono i "disruptive thinkers", i pensatori dirompenti capaci, con le loro idee e con la forza del business ad alto impatto sociale, di cambiare le sorti del mondo, sopratutto di quei 4 miliardi di persone che vivono con meno di 3 dollari al giorno. A loro si rivolge in particolare Fondazione Opes, il primo veicolo italiano di impact investing presentato a Milano nel corso di un convegno alla Fondazione Cariplo (che ha sostenuto, insieme ad altre fondazioni private, la nascita di Opes).
Fondazione Opes è una realtà nata da da quattro realtà della società civile e della microfinanza (Acra, Fem S3, Altromercato, Microventures e Fondazione
Maria Enrica) che investe nelle imprese sociali sia direttamente sia per mezzo di veicoli ad hoc sui territori. Èstato definito un veicolo no profit dopo aver analizzato i numerosi fondi esistenti (quasi tutti for profit) e rilevando che il bisogno più importante per le imprese sociali è quella dei capitali pazienti, cioè di investimenti a lungo termine che tenacemente ma con premura portano progressivamente le imprese a raggiungere la sostenibilità economica e sociale. Quindi una Fondazione Onlus che viene gestita come un Fondo, con l’obiettivo di massimizzare l’impatto sociale e di reinvestire il capitale che rientra in altre imprese sociali, in un circolo virtuoso di sviluppo. Opes vuole promuovere imprese socialiinnovative che si pongono l’obbiettivo di creare impatto sociale con iniziative di mercato. Le imprese sociali che verranno scelte per gli investimenti di Opes possono configurarsi diversamente a livello di forma giuridica: da organizzazioni non-profit che cercano di ampliare il proprio impatto sociale assumendo una configurazione di impresa per le attività gestite, a piccole-medie imprese bisognose di capitale e ancora prive di accesso ai canali tradizionali di finanziamento.
I settori prioritari di investimento per Opes sono la salute, accesso all'acqua e a servizi igienici di base, gestione dei rifiuti, energia, educazione e fair trade
«In un momento di crisi e di sfiducia, noi puntiamo sulla finanza virtuosa» dichiara Elena Casolari, presidente di Fondazione Opes che spiega: «La fondazione gestirà risorse a dono che saranno incanalate nelle imprese sociali con prestiti e partecipazione nel capitale. I primi investimenti di Opes saranno in Asia e in Africa orientale, con uffici in India e Uganda, ma l'intenzione è anche quella di intervenire in Italia in un prossimo futuro».
Opes, spiegano i promotori, «allocherà le proprie risorse tra operazioni in capitale (equity/para equity) e prestiti con prevalenza (70-75%) in equity e con dimensione indicativa di ogni singoloinvestimento da € 50,000 a € 400,000. Proprio per sostenere lo sviluppo delle imprese sociali, con il ricorso a capitali pazienti, la durata media stimata per gli investimenti in equity varierà da 8 ai 14 anni mentre per i prestiti si prevedono “grace periods” fino a un anno e durata media in funzione dei bisogni delle imprese sociali (dai 3 ai 5 anni).I tassi di interesse applicati ai prestiti saranno inferiori ai tassi di mercato prevalenti. Il capitale sarà prestato in valuta locale»
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