Sostenibilità

Operazione fumo negli occhi

Un gruppo di scienziati inglesi mette sotto accusa la Exxon Mobil: report di divulgatori scientifici a libro paga che affermano che la CO2 non provoca l’effetto serra. Di Lucio Biancatelli

di Redazione

«Non è vero che i ghiacciai si stanno ritirando, mica sono stati controllati tutti i ghiacciai!», «Non è vero che i cambiamenti climatici provocano l?estinzione, negli ultimi anni sono state scoperte molte nuove rane e farfalle…». Sono alcune ?chicche? estratte da rapporti e comunicati che zelanti ?scienziati?, opportunamente ?foraggiati? dal colosso petrolifero mondiale Exxon Mobil, diffondevano pubblicando dati non dimostrati, lavori non sottoposti ad alcun vaglio scientifico, allo scopo di confondere l?opinione pubblica sulla realtà del riscaldamento globale. Per continuare a inquinare indisturbata, «la EM ha condotto la campagna di disinformazione più sofisticata e di retroguardia da quando l?industria del tabacco ha fuorviato l?opinione pubblica sulle evidenze scientifiche che correlano il fumo al tumore ai polmoni e alle cardiopatie». L?accusa arriva dall?Union Concerned Scientist, un?associazione di scienziati inglesi preoccupati per le sorti del Pianeta, nel dettagliato report Smoke, mirror and hot hair. Secondo il rapporto, le due campagne di disinformazione sono molto simili: la EM ha attinto a tattiche, personaggi e organizzazioni che la Big Tobacco ha sovvenzionato per 40 anni. Analoghe le tecniche adottate: creare incertezza sollevando dubbi anche sulle evidenze scientifiche più inoppugnabili, adottare una strategia di ?pulizia? delle informazioni (cancellandone la fonte «come si fa con il denaro sporco»), usando organizzazioni apparentemente indipendenti per dare visibilità al suo messaggio e quindi confondere il pubblico; promuovere divulgatori scientifici per travisare scoperte scientifiche assodate o riportarne frammenti incompleti per persuadere i media e l?opinione pubblica che esista ancora un serio dibattito tra gli scienziati sul legame tra l?utilizzo di combustibili fossili e il riscaldamento globale, o che i cambiamenti climatici possano avere serie conseguenze. Disinformare costa Tra il 1998 e il 2005 Exxon Mobil – si legge nel dossier di Union Concerned Scientist – ha speso 16 milioni di dollari tra organizzazioni, consulenti scientifici non accreditati, pubblicando più volte lo stesso lavoro di pochi divulgatori per dimostrare che la CO2 e altri gas non causano l?effetto serra. «EM ha influenzato amministrazione e membri chiave del Congresso sfruttando la straordinaria vicinanza con l?amministrazione Bush , e si è opposta con forza a qualsiasi regolazione delle emissioni od investimenti in energia pulita. La sua unica strategia è costruita intorno alla convinzione che l?opinione pubblica sia manipolabile visto che la scienza del clima è complessa, la gente tende a non controllare le fonti di informazione e gli effetti del riscaldamento globale solo ora cominciano a essere visibili». Exxon Mobil nel 2005 ha messo in profitto 36 miliardi di dollari, circa 100 milioni al giorno. Le sue compagnie hanno immesso in atmosfera 138 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Nel 2005 i prodotti della Exxon (gasolio, nafta, kerosene, diesel) hanno provocato emissioni di anidride carbonica pari a 1.040 tonnellate. Campioni di smog «Se fosse un Paese», si legge ancora nel rapporto, «Exxon sarebbe sesta nella classifica delle emissioni. Mentre alcune compagnie come BP, Occidental Petroleum e Shell hanno cominciato a investire in tecnologie per l?energia pulita e si sono impegnate pubblicamente a ridurre le loro emissioni di gas serra, la Exxon no». La Royal Society britannica è intervenuta con una pressante richiesta ufficiale nella quale chiedeva alla Exxon di smettere di finanziare le dozzine di gruppi che disseminavano disinformazione ai quattro venti, criticando anche le affermazioni pubbliche «non accurate e fuorvianti». Ora, un cambiamento potrebbe avvenire dopo la chiusura dell?era Lee Raymond (per 13 anni chief executive officer di EM, definito dal Times «nemico del Pianeta»), e l?avvento del più ?morbido? – si spera – Rex Tillerson.


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