Welfare

Operatori penitenziari risarciti per aver lavorato con pedofili

È successo in Gran Bretagna. I due uomini soffrono di pesanti disturbi psicologici causati dall'ascolto delle confessioni dei violentatori

di Gabriella Meroni

La sempre più diffusa cultura del risarcimento ha segnato un altro punto a proprio favore la settimana scorsa in Gran Bretagna, quando due operatori carcerari sono state risarciti ? uno di loro addirittura con l’equivalente di 450 milioni di lire ? per aver dovuto subire ?gravi orrori psicologici? nell?offrire consulenza ad alcuni pedofili. Geoffrey Mundell e Barry Bigby, questi i nomi dei due uomini, soffrono oggi di sindrome da stress post traumatico dopo aver trascorso un periodo di quattro anni a raccogliere le sconvolgenti confessioni e i raccapriccianti racconti di pedofili e violentatori nel carcere di Albany, sull?isola di Wight. Così il 6 giugno Mundell ha ricevuto i 450 milioni, e Bigby 120 milioni in seguito a un patteggiamento chiesto dalle autorità carcerarie ? che in un primo tempo si erano rifiutate di ammettere la rilevanza giuridica del caso ? per non incorrere nel giudizio dell?Alta Corte di Londra. I due uomini, che non si sono presentati in aula, si sono dichiarati ?amareggiati e furiosi? per il trattamento loro riservato negli anni precedenti, ma sono stati anche oggetto di pesanti critiche da parte dele organizzazioni che difendono le vittime di abusi sessuali, che al contrario di loro non possono sperare di ottenere più di 100 milioni di lire come risarcimento per le offese subite. Durante lo svolgersi dell’inchiesta la Corte ha ascoltato dalla viva voce di Mundell (53 anni) e Bigby (57) come abbiano iniziato a lavorare nei programmi di trattamento dei criminali sessuali ad Albany nel 1992, e come dopo una sola settimana di formazione, fossero obbligati ad affrontare le fantasie malate dei criminali e impegnarsi in giochi di ruolo con loro. Mundell, che aveva iniziato a lavorare in carcere nel 1976, nel 1995 cominciò ad accusare incubi, flashback, sbalzi d?umore, sensi di colpa e mancanza di autostima. Uno psichiatra che lo ebbe in cura affermò nel 1997 (anno in cui lasciò il lavoro per motivi di salute) che Mundell, anche dopo aver smesso di lavorare ?aveva terribili incubi riguardo fatti o persone con cui aveva a vuto a che fare durante il programma?. In pratica, aveva cominciato a pensare a se stesso come a un pedofilo. Bigby, invece, che lavorò fino al 1998 prima di ritirarsi per gli stessi motivi del collega, sviluppò una fobia per i bambini. Il suo psicologo notò che ?cercava irrazionalmente di riconoscere bambini che avrebbero potuto subire gli abusi raccontati dai pedofili?. Il carcere di Albany ha precisato che dal 1996 ha introdotto l?obbligo della psicoterapia per tutti gli operatori che hanno a che fare con i pedofili.


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