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Onu. Stop agli ispettori in Iraq

I capi degli ispettori dicono: "Non partiremo finché non avremo il sostegno unanime del Consiglio di sicurezza". Vince la linea Bush, che però - dopo la Camera - deve convincere il Senato

di Ettore Colombo

Gli ispettori dell’Onu pronti a partire per l’Iraq non si muoveranno finché non riceveranno il semaforo verde del Consiglio di sicurezza. In pratica, quello che voleva Bush. “Ci serve il sostegno unanime del Consiglio per fare le ispezioni” ha detto il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica dopo un colloquio al Palazzo di vetro con i membri del Consiglio.
Della stessa opinione Hans Blix: il capo degli ispettori ha detto che la spedizione può partire in base alle vecchie risoluzioni, ma che “sarebbe strano” se un nuovo mandato fosse loro conferito a ispezioni iniziate.
“Speriamo che non ci sia un lungo rinvio, siamo pronti a partire alla prima opportunità” ha detto Blix, che venerdì sarà a Washington per un vertice con il Dipartimento di Stato. Parole che hanno contraddetto quanto dichiarato in precedenza dal segretario dell’Onu Kofi Annan, che aveva invece detto che gli ispettori potevano partire senza aspettare ulteriori decisioni.
Di fatto, vince la linea della Casa Bianca, che per giorni ha chiesto agli ispettori di non partire senza una nuova risoluzione che ammonisca duramente Saddam sulle conseguenze belliche che potrebbe avere la sua mancata collaborazione. Finché il Consiglio non si metterà d’accordo, la missione in Iraq resterà congelata. Dunque, a questo punto, è necessario un compromesso tra la posizione angloamericana, che propone di autorizzare l’uso della forza automatico in caso di ostruzionismo di Baghdad, e quella prudente tenuta da Cina, Russia e Francia, che ancora oggi si erano dette contrarie a una risoluzione che suoni come ultimatum.
Se Bush registra un punto a suo favore all’Onu, deve però lottare ancora duramente per strappare il via libera dal Congresso. Dopo il sì della Camera all’uso della forza contro Saddam, resta infatti da convincere il Senato, che mantiene parecchi dubbi al riguardo.
Intanto continuano i raid nelle no fly zone irachene: Baghdad sostiene che in un attacco odierno cinque civili hanno perso la vita. Durante l’azione, prima di lanciare i missili, i caccia Usa hanno fatto piovere sulle postazioni irachene anche dei volantini per invitare i soldati di Saddam a non aprire il fuoco contro di loro. Messaggio inascoltato, visto che la contraerea è entrata subito in azione. Per essere poi regolarmente bersagliata dagli aerei alleati.

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