Famiglia

Onu: scontro frontale tra Bush e Anann

Il Presidente degli Stati Uniti attacca integrità dell'Onu, Annan si difende esprimendo il suo disappunto sulla mancata riforma del Consiglio di sicurezza

di Redazione

Il segretario generale dell’Onu Kofi Annan si e’ solennemente impegnato davanti a circa 170 capi di stato e di governo riuniti nell’aula dell’Assemblea Generale per il vertice del 60esimo anniversario, a ”ridare fiducia nell’integrita’, l’imparzialita’ e la capacita’ delle Nazioni Unite”.

Approdato al summit con l’immagine appannata per lo scandalo ‘oil for food’ in cui e’ stato messo sul banco degli imputati per non aver saputo prevenire le tangenti nel piu’ vasto programma umanitario della storia dell’Onu, Annan ha aggiunto che ”e’ per il bene dei piu’ vulnerabili e bisognosi del mondo, non per il vostro o per il mio bene, che le riforme sono importanti: e’ per salvare le loro vite, per proteggere i loro diritti, per assicurare la loro liberta’ e la loro sicurezza che dobbiamo trovare efficaci risposte collettive alle sfide del nostro tempo”.

L’integrita’ dell’Onu messa sotto processo per corruzione ha aleggiato sull’apertura del summit: ”L’Onu deve applicare a se stessa gli stessi standard che chiede agli altri”, ha detto nel suo intervento, subito dopo Annan, il presidente americano George W. Bush. ”Il nostro mondo e’ cosi’ imperfetto e proprio per questo abbiamo bisogno delle Nazioni Unite”, ha replicato il segretario generale osservando che ”se ben utilizzata una Onu sana e efficace puo’rappresentare un unico connubio di potere e principi, al servizio di tutti i popoli del mondo”.

Detto questo, Annan ha espresso disappunto per i limiti del documento finale in cui in nome del compromesso sono stati sacrificati gli obiettivi ambiziosi di riforma che il segretario generale aveva auspicato due anni fa quando, dai cocci delle divisioni create dall’invasione americana dell’Iraq nella comunita’ internazionale, aveva lanciato l’idea del summit affermando che le Nazioni Unite erano ”a un bivio”. Due anni dopo, e dopo tre settimane di febbrili negoziati per salvare il salvabile in nome del consenso, Annan si e’ trovato in mano un documento finale che rappresenta ”un vasto pacchetto di cambiamenti”, ma che – ha ammesso – non rappresenta ancora ”la radicale riforma da lui e molti altri auspicata”. ”Acute differenze, alcune di loro di sostanza e legittime, hanno giocato una parte nel raggiungere questo obiettivo”.

Una delle occasioni mancate, secondo il segretario generale, e’ la riforma del Consiglio di Sicurezza: il fatto che finora non si sia trovato accordo ”non rende questa riforma meno urgente”, ha detto Annan che ieri, dopo la pubblicazione del documento finale, aveva rivelato che non crede che ”l’idea sia morta”e aggiunto: ”Non ho rinunciato”. Ma a giudizio di Annan, che scade dal mandato nel dicembre 2006 e che con questo vertice contava di passare alla storia, il maggior fallimento del negoziato e’ stato il mancato accordo sulla non proliferazione e il disarmo. Due volte quest’anno, alla conferenza sul rinnovo del trattato sulla non proliferazione e adesso al vertice ”abbiamo permesso alle posizioni nazionali di interferire con i risultati: questo non ha scuse”, ha evidenziato. ”Le armi di distruzione di massa pongono gravi pericoli per tutti noi, in particolare in un mondo minacciato da un terrorismo con ambizioni globali e senza inibizioni”, ha aggiunto il segretario generale invitando i capi di stato e di governo a ”raccogliere i cocci e riprendere i negoziati su questo argomento vitale”.

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