Formazione
Onu: rischia di saltare conferenza sul razzismo
È il programma tra agosto e settembre a Durban. Ma ci sono contrasti su temi quali l'olocausto, la posizione di Israele sui palestinesi, e sul colonialismo
La conferenza mondiale dell’Onu contro il razzismo, in programma in Sudafrica il mese prossimo, rischia di saltare per una serie di divergenze sul termine “olocausto”, sul sionismo e sulle riparazioni da parte dei paesi occidentali alle vittime di schiavitù e colonialismo.
I timori di un suo possibile insuccesso sono stati sollevati da Amnesty International, l’organizzazione per la difesa dei diritti umani nel mondo, durante la presentazione a Londra di un rapporto su “Razzismo e amministrazione della giustizia”. Amnesty ha riferito che negli incontri di preparazione alla conferenza, che si svolgerà a Durban dal 31 agosto al 7 settembre, vari stati si sono scontrati sul fatto – ad esempio – che il termine “olocausto” debba riferirsi soltanto alle atrocità compiute dal regime nazista contro gli ebrei, o piuttosto indicare ogni tipo di genocidio.
Nei colloqui preliminari ci sono stati litigi diplomatici anche su altri problemi scottanti: le eventuali riparazioni per il commercio di schiavi, per i guasti prodotti secondo gli ex stati coloniali dalla conquista occidentale, e soprattutto sul sionismo, sul fatto cioè che il movimento che sostiene il ritorno degli ebrei in Palestina – e che ha fornito la base ideologica della fondazione dello stato di Israele – possa essere o meno eguagliato al razzismo. “Per via di queste discussioni – ha detto Claudio Cordone, di Amnesty International – gli stati potrebbero decidere di ridurre il proprio livello di partecipazione alla conferenza o di non partecipare per niente. Il timore è inoltre che alla conferenza non si giunga a un accordo su una piattaforma comune”.
L’incontro di Durban si propone di “creare una nuova visione mondiale alla lotta contro il razzismo nel XXI secolo”, contrastandolo attraverso misure educative e di prevenzione. Ma nelle due conferenze di preparazione tenute a Ginevra, secondo Amnesty si è perso molto tempo a discutere se il termine “Olocausto” debba essere scritto con la lettera maiuscola, un’idea avversata da diversi paesi arabi. I maggiori contrasti sembrano centrati su una bozza di dichiarazione finale della conferenza preparata da vari stati arabi e asiatici contiene una condanna di Israele per il trattamento riservato ai palestinesi, paragonato a quello della Germania nazista nei confronti degli ebrei. Gli Stati Uniti, stando a fonti Onu, si oppongono e sono pronti a boicottare la conferenza se non sarà abbandonata la bozza. Washington sta quindi negoziando per depennare dal documento finale queste espressioni di condanna di Israele.
L’incontro preparatorio del mese scorso si è chiuso dopo essere giunto a un punto morto sulla questione del colonialismo. Alcuni paesi, tra cui quelli africani, chiedono alle nazioni che hanno prosperato grazie alla schiavitù e al colonialismo di scusarsi formalmente per le sofferenze provocate e di pagare inoltre delle compensazioni. Le nazioni occidentali, invece, capeggiate da Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada, si oppongono all’idea. (dalla Cnn)
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