Cultura
Onu: Povertà, le proposte di Chirac-Zapatero-Lula-Chavez
Gli obiettivi nella lotta alla poverta' che il mondo si e' proposto di raggiungere nel 2015 potrebbero restare fuori portata fino al XXII secolo
di Paul Ricard
Gli obiettivi nella lotta alla poverta’ che il mondo si e’ proposto di raggiungere nel 2015 potrebbero restare fuori portata fino al XXII secolo, se i ritmi dell’azione globale resteranno quelli attuali. Da New York, alla vigilia dell’apertura del dibattito nell’Assemblea generale, un quartetto inedito composto da Francia, Brasile, Spagna e Cile ha provato a farsi promotore di idee nuove per il Terzo mondo, cercando di rispondere all’esortazione del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, a mostrare la ” volonta’ politica” di battere fame e miseria globali. L’idea di una tassazione mondiale per far fronte al ‘buco’ di 50 miliardi di dollari che ogni anno mancano nella lotta alla poverta’, e’ stata rilanciata al Palazzo di Vetro dal presidente francese Jacques Chirac, autore di un blitz negli Usa di un solo giorno tutto dedicato ai temi della globalizzazione equa e della fame. Chirac e il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva avevano cominciato mesi fa a muoversi su questa strada e ora hanno raccolto due nuovi compagni di cammino, il cileno Ricardo Lagos e lo spagnolo Jose’ Luis Zapatero. Con loro, hanno lavorato per lanciare quella che e’ stata presentato come la ”Dichiarazione di New York per la lotta alla fame e alla poverta’ ”, una carta di intenti intorno alla quale i promotori cercheranno di costruire una coalizione internazionale. Il quartetto Chirac-Lula-Lagos-Zapatero ha dominato la scena a New York alla vigilia dell’intervento all’Onu del presidente americano George W. Bush, che a sua volta concentrera’ sulle preoccupazioni umanitarie il suo discorso all’Assemblea generale, dopo essersi concentrato nei due anni precedenti sull’ Iraq. Bush non era tra la cinquantina di capi di Stato e membri di governo (per l’Italia il ministro degli Esteri Franco Frattini) che si sono incontrati in due meeting di alto livello, uno dedicato alla globalizzazione, l’altro alle nuove azioni per combattere fame e poverta’. Gli Usa sono stati rappresentati invece in un incontro da un diplomatico e nell’altro dal ministro dell’agricoltura Ann Veneman. Il basso profilo americano riflette anche la freddezza con la quale gli Usa – e numerosi altri paesi del mondo – accolgono l’idea della tassa mondiale, che Chirac ha rafforzato presentando un rapporto di economisti che hanno indicato settori specifici dove andare a cercare soldi, con nuove imposte, per trovare i 50 miliardi di dollari necessari: il commercio delle armi, le operazioni finanziarie internazionali, le linee aeree, le attivita’ delle multinazionali. Il presidente francese ha rivolto un appello alla comunita’ internazionale per ”promuovere un’etica sociale della globalizzazione”, ricordando che la conseguenza dell’egoismo rischia di essere la ribellione dei paesi esclusi. Annan ha offerto nei due incontri un assaggio di cio’ che dira’ martedi’ all’apertura dell’Assemblea e di quello che con ogni probabilita’ si trovera’ costretto a dire nel marzo 2005, quando dovra’ fare il punto sullo stato di attuazione degli obiettivi del Millennio, cioe’ della sfida globale per dimezzare la poverta’ estrema, dare istruzione scolastica a tutti i bambini, offrire risorse idriche a tutte le famiglie e cancellare l’Aids, il tutto entro il 2015. Il mondo e’ in ritardo, ha spiegato il segretario generale, aggiungendo che ”per raggiungere questi obiettivi, dobbiamo avere la volonta’ politica di mantenere le promesse e metterci d’accordo per rinnovare il sistema multilaterale”. E’ un’esortazione alla ” creativita’ e alla volonta’ politica” quella lanciata da Annan, in mancanza delle quali il mondo paghera’ un prezzo carissimo per i ritardi. Secondo le stime degli economisti francesi, ai ritmi attuali l’istruzione elementare per tutti i bambini africani arriverebbe non nel 2015, ma nel 2129, l’estrema poverta’ in Africa sarebbe dimezzata nel 2147 e la mortalita’ infantile mostrerebbe una vera svolta solo nel 2165. Uno scenario ”moralmente inaccettabile”, come ha sottolineato il presidente Lula, che e’ tornato a chiedere allacomunita’ internazionale di ”liberare dalla fame tutti gli esseri umani”, ricordando che ogni giorno 24.000 persone muoiono perche’ non hanno niente da mangiare.
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