Mondo
Onu: In Myanmar almeno 149 morti dal primo febbraio, centinaia gli scomparsi
Sempre più imponenti le manifestazioni per chiedere il ripristino del governo di Aung San Suu Kyi. Secondo i dati diffusi a Ginevra, più di 2.084 persone restano detenute in modo arbitrario, almeno 37 giornalisti sono stati arrestati
di Redazione
Sono almeno 149 le persone uccise in Myanmar dal primo febbraio, il giorno del golpe e dell’inizio di proteste nel Paese in cui resta agli arresti Aung San Suu Kyi. È questo il bilancio che le Nazioni Unite sono riuscite a confermare, come ha reso noto la portavoce dell’Alto commissario per i diritti umani, Ravina Shamdasani. Ci sono, ha aggiunto, “molte altre notizie di ulteriori uccisioni” per le quali manca ancora una conferma.
Secondo i dati diffusi a Ginevra, più di 2.084 persone restano detenute in modo arbitrario, almeno 37 giornalisti sono stati arrestati, 19 dei quali sono ancora agli arresti. E nelle ultime settimane si sono registrati almeno cinque decessi di persone agli arresti con i corpi di almeno due vittime con segni di torture.
“Siamo fortemente preoccupati per il fatto che la repressione continua a intensificarsi e – ha detto Shamdasani secondo una nota – facciamo nuovamente appello ai militari affinché smettano di uccidere e arrestare i manifestanti”. I manifestanti stanno cercando di barricarsi all’interno dei loro quartieri nel tentativo di sfuggire alla repressione delle forze di sicurezza
Le forze di sicurezza di Myanmar sono accusate di aver “usato la forza letale in modo sempre più aggressivo” contro manifestanti pacifici e di continuare ad arrestare in modo arbitrario persone in tutto il Paese, mentre non si hanno notizie di “centinaia di persone che – ha detto – sono state detenute illegalmente”. L’ufficio dell’Alto commissario Onu per i diritti umani evoca “sparizioni forzate”.
Sono sempre più imponenti le manifestazioni che dal primo febbraio si svolgono in Myanmar per chiedere il ripristino del governo di Aung San Suu Kyi. Secondo l’Associazione di assistenza per i prigionieri politici (Aapp) il bilancio è di 183 vittime al 15 marzo.
L’esercito del Myanmar ha anche arrestato un funzionario di Open Society Myanmar, una fondazione legata al filantropo miliardario George Soros e ha detto che le truppe stanno cercando altri 11 dipendenti sospettati di aver dato fondi agli oppositori del colpo di stato.
Il World Food Programme, intanto, ha lanciato l’allarme sul drastico aumento dei prezzi di cibo e benzina dopo il golpe, avvertendo che potrebbe aggravare la situazione delle fasce deboli della popolazione.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.