Welfare
Onu: i respingimenti violano i diritti umani
Navi Pillay: «Bisogna prima verificare se fuggono da persecuzioni»
di Redazione
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navanethem Pillay, denuncia «la morte in mare di migranti e le sofferenze di quelli che vengono abbandonati al largo delle coste della Libia, Malta e dell’Italia», ricordando l’episodio del gommone di profughi eritrei rimasto senza soccorso lo scorso agosto. In un discorso che verrà pronunciato domani, la Pillay parla di «chiara violazione del diritto internazionale».
«Vengono abbandonati e respinti, senza che venga adeguatamente verificato se stanno fuggendo da persecuzioni», si legge ancora nel testo anticipato oggi dalle Nazioni Unite. «E troppo spesso migranti e rifugiati incontrano le stesse dure reazioni ai confini di terra».
Il Commissario Onu ha parole dure per il fatto che «basandosi sulla presunzione che le imbarcazioni in difficoltà trasportino migranti, le navi le superano ignorando le loro richieste di aiuto, violando le leggi internazionali. In molti casi le autorità respingono questi migranti e li lasciano a fronteggiare difficoltà e pericoli, se non la morte come se stessero respingendo navi cariche di rifiuti tossici». Per la Pillay la questione dell’immigrazione è uno «dei più seri problemi dei diritti umani del nostro mondo». Ricordando «i milioni di persone che rischiano la vita in cerca di una vita migliore» il commissario sottolinea come questi rischiano di «essere preda dei trafficanti umani che prosperano soprattutto dove il controllo dei governi è più debole».
«Gli stati hanno l’obbligo di rispettare, proteggere una vasta gamma di diritti umani di tutti gli individui sotto la loro giurisdizione compresi tutti i migranti a prescindere dal loro status», conclude Pillay che condanna quindi la criminalizzazione degli immigrati irregolari. «La pratica dell’arresto d’ufficio dei migranti irregolari, la loro criminalizzazione e il maltrattamento nel contesto dei controlli di confine deve terminare», avverte.
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