Politica
Onu: Fulci, in riforma posta in gioco altissima
''Quella della riforma e' diventata una foglia di fico per nascondere interessi ed ambizioni nazionalistiche''. Questa volta non ha usato toni diplomatici l'ex ambasciatore italiano alle Nazioni
di Redazione
”Fatemelo dire apertamente: quella della riforma e’ diventata una foglia di fico per nascondere interessi ed ambizioni nazionalistiche”. Questa volta non ha usato toni diplomatici l’ex ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Paolo Fulci, per lanciare l’allarme sulla battaglia ormai iniziata al Palazzo di Vetro per la riforma complessiva delle Nazioni Unite e, soprattutto, sulla composizione del Consiglio di Sicurezza. ”La posta in gioco e’ altissima” e se dovesse passare l’opzione A, che prevede il semplice aumento dei seggi permanenti, ”avrebbe conseguenze disastrose per tutti”. Parlando oggi a Roma ad un incontro con la stampa organizzato dal ministro degli Esteri Gianfranco Fini proprio per fare il punto sulla riforma del Consiglio di Sicurezza, l’ambasciatore non ha nascosto il rischio che l’Italia possa finire in una sorta di ‘serie C’ all’ interno delle Nazioni Unite. Se passasse l’opzione A, infatti, si creerebbe questa situazione: in serie A rimarrebbe l’attuale gruppo dei cinque Paesi che fanno parte del Consiglio (Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina); in serie B si affaccerebbero i sei nuovi membri, ”senza diritto di veto”; in serie C andrebbero infine ”tutti i restanti Paesi, tra cui l’Italia”. ”L’Italia – ha aggiunto Fulci – diventerebbe un Paese di terza classe, pur essendo oggi il quinto o il sesto contribuente dell’ Onu”. L’ambasciatore ha voluto concludere non nascondendo le attualita’ difficolta’ per l’Italia: ”La strada e’ oggi in salita e bisogna mettere in conto battute d’arresto” ha detto, sottolineando che questa battaglia ”si vince o si perde a New York”.
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