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Onlus e ricerca, arrivano dieci settori tutelati

Il regolamento che farà rientrare le fondazioni di ricerca scientifica nel novero delle onlus è giunto al Consiglio dei ministri. Lo commenta Angelo Maramai di Telethon

di Benedetta Verrini

L?attesissimo regolamento che consentirà di far rientrare le fondazioni di ricerca scientifica nel novero delle onlus (e delle connesse agevolazioni previste nel dlgs 460 del 1997), è giunto al Consiglio dei ministri. Con la sua emanazione, attesa a breve, viene risolto un vuoto normativo che a settembre era entrato ?nel mirino? dell?Agenzia delle entrate. L? analisi del testo con Angelo Maramai, direttore amministrativo di Telethon.

Si intitola ?Disposizioni di attuazione del dlgs 460/1997 in materia di riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale?, il regolamento su onlus e ricerca che il ministero dell?Istruzione e della Ricerca ha trasmesso, il 13 dicembre scorso, alla presidenza del Consiglio per il via libera definitivo.
Dopo essere passato al vaglio di diversi organi (tra cui l?Agenzia delle onlus e il Consiglio di Stato), il testo è andato via via perfezionandosi e si compone di tre articoli. Il primo definisce l?ambito di applicabilità della disciplina, cioè «gli ambiti e le modalità di svolgimento dell?attività di ricerca scientifica di particolare interesse sociale da parte di fondazioni».
All?articolo 2 sono elencate specificatamente le attività di ricerca scientifica, in 10 diversi settori, da considerare di interesse sociale (si veda tabella). Al primo posto c?è l?attività di ricerca in campo medico, con riguardo a tutte le patologie che colpiscono l?essere umano, ma vi sono anche molti altri settori, come la ricerca sulla riduzione dei consumi energetici, sullo smaltimento dei rifiuti, sui cambiamenti climatici. Oltre a queste, viene citata anche la ricerca sulla produzione di nuovi farmaci e vaccini per uso umano e veterinario. Una platea esageratamente vasta? «Gli ambiti indicati faranno rientrare nel regime della 460 molte nuove realtà, ma questo non è un fattore negativo», dice Maramai. «Per questa selezione c?erano sostanzialmente due possibilità: o fare una segmentazione della ricerca (ad esempio, privilegiando quella di base e non quella applicata), oppure fare una classificazione verticale per ambiti e argomenti. Il primo criterio avrebbe comportato obblighi di gestione e di controllo molto gravosi, pertanto la scelta degli ambiti è stata la migliore». Il rischio che grandi imprese e soggetti ?profit? possano approfittare di queste nuove categorie, creando fondazioni ad hoc per rientrare nel regime agevolativo appare abbastanza lontano: «La disciplina complessiva del decreto legislativo 460 è molto rigorosa», dice Maramai. «mi pare improbabile che possa prestarsi ad abusi, anche perché la convenienza, per le realtà profit, sarebbe piuttosto relativa». Sotto questo profilo, il direttore amministrativo di Telethon auspica che la direzione generale delle Entrate possa in futuro aprire un dialogo «con tutte le realtà che storicamente si occupano di ricerca, in modo da inquadrare i principi ispiratori e i valori di buona condotta e trasparenza che possono eliminare alla radice ogni abuso».
Allo stesso valore di trasparenza è orientato l?articolo 3 della bozza, che disciplina le attività ?indirette? di ricerca scientifica, svolte dalle fondazioni attraverso altri enti. Resta il dubbio, come è noto, sulla possibile retroattività del provvedimento. «Fino ad oggi abbiamo vissuto in una situazione ibrida», ricorda Maramai. «Da una parte, alle fondazioni di ricerca è stata concessa l?iscrizione nel Registro delle onlus. Dall?altra, però, si sono viste negare la possibilità di fregiarsi di questa qualifica e di godere delle connesse agevolazioni. Mi auguro che, in sede di emanazione del regolamento, il ministero dell?Economia chiarisca questa ambiguità».

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