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In Italia sono ancora pochi i riferimenti antibullo: eccone alcuni

di Daniele Biella

In Italia sono ancora pochi i riferimenti antibullo. Una delle prime associazioni a nascere con il preciso scopo di arginare il fenomeno è Sos Bullismo (www.bullismo.com), creata nell?ottobre 2006 da Marco Cappelletti, ragazzo 22enne della provincia di Lecco che è stato vittima di continue prevaricazioni alle superiori raccontate nel libro Volevano uccidere la mia anima. La sua associazione, che ha referenti territoriali in varie regioni d?Italia, si avvale della costante collaborazione di psicologi, insegnanti e nel suo primo anno di vita è già intervenuta in una ventina di scuole.

Un altro riferimento è l?associazione Codici – Centro per i diritti del cittadino (www.codici.org), che ha base a Roma ma sportelli anche in Lombardia, Toscana, Abruzzo e Toscana. A gennaio, in collaborazione con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, l?associazione ha attivato il progetto di assistenza psico-legale Azioni contro il bullismo per una cultura della legalità e ha redatto una guida distribuita in centinaia di scuole e disponibile online.

Combattere il bullismo attraverso un?adeguata gestione dei conflitti è una delle proposte del Centro psicopedagogico per la pace di Piacenza (www.cppp.it), che da anni si occupa di formazione e consulenza sulla gestione dei rapporti interpersonali organizzando corsi per insegnanti e operatori.

Un elenco di progetti, interventi ed esperienze di enti non profit nella lotta al fenomeno si trovano infine sul cliccatissimo sito www.smontailbullo.it (mille contatti al giorno), attivato dal ministero della Pubblica istruzione con il numero verde antibullo 800.669696.

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