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Ong, giorni decisivi per la riforma
Negli scorsi giorni la nostra testata è stata ascoltata dalla commissione Esteri. Ecco cosa abbiamo detto e l’e-mail dove fare pervenire le vostre osservazioni. Il ministro Mogherini: «Riforma in tempi brevi»
Dopo l’audizione del Ministro degli Affari esteri, Federica Mogherini, sulle linee programmatiche del suo dicastero presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio di fronte le Commissioni riunite Esteri di Camera e Senato di ieri in cui la responsabile della Farnesina ha sostenuto la necessità di portare a termine in tempi brevi l’iter di riforma della legge 49/1987 sulla cooperazione internazionale (qui il testo) , in questi giorni si entra nel vivo.
«Molto si deciderà da qui a fine mese, quando dovremo presentare gli emendamenti al testo in discussione (atto Senato 1326) prima di portare in Aula una proposta di legge “quasi blindata”», annuncia a Vita.it il senatore Luis Orellana, membro della terza commissione di Palazzo Madama.
Nei giorni scorsi la nostra testata è stata audita in Senato, presenti il presidente della Commissione Pier Ferdinando Casini e il relatore della riforma Giorgio Tonini, durante la quale abbiamo messo in rilievo i passaggi meno convincenti del testo (pur nel quandro di una valutazione complessiva senz’altro positiva). Che qui riassumiamo per punti:
- la riforma non prevede la costituzione di un fondo unico per la cooperazione e questo rischia di generare disomogeneità e duplicazioni in particolare fra il Ministero dell’Economia e quello degli Esteri che invece andrebbero superate.
- La nomina di un viceministro deve essere un obbligo e non una facoltà
- Vanno meglio specificati i rapporti e le competenze fra la nascitura Agenzia per la cooperazione allo Sviluppo, che deve essere organo indipendente e la direzione generale Cooperazione allo Sviluppo del ministero
- All’Agenzia non può essere affidata la facoltà di gestire raccolte fondi da privati in concorrenza con le organizzazioni non governative
- Poiché la riforma della 49 riconosce come soggetti di cooperazione anche i privati con finalità di lucro, vanno meglio definite le modalità e il ruolo che questi enti hanno nel quadro della politica estera e del loro rapporto con le organizzazioni senza scopo di lucro. In particolare va valutato come questa riforma si interfaccia con quella della legge sull’impresa sociale.
- Fra le norme provvisorie vanno precisate le modalità per fare fronte al possibile vuoto o disallineamento che potrebbe essere generato dall’abrogazione di leggi attualmente in essere, come nel caso della 49/87 e lo status delle ONG di cooperazione allo sviluppo.
- Non è argomento strettamente legato alla riforma, ma insieme alla nuova legge serve quanto prima un piano dettagliato di riallineamento degli impegni dell’Italia in materia di aiuto pubblico allo sviluppo.
Nelle prossime settimane la nostra redazione rimarrà in costante contatto con i membri della Commissione Esteri del Senato per seguire da vicino l’iter della riforma. Per inviarci materiali o osservazioni in merito basta mandare una mail a questo indirizzo
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