Formazione

Ong: contenzioso tra Msf e governo Olandese

Msf non intende rimborsare la somma del riscatto negoziato e pagato dal governo olandese per ottenere la liberazione del suo collaboratore in Daghestan Erkel

di Paul Ricard

Medici senza frontiere (Msf) non intende rimborsare la somma del riscatto negoziato e pagato dal governo olandese per ottenere la liberazione del collaboratore di Msf in Daghestan Arjan Erkel, ha annunciato oggi l’organizzazione non governativa (Ong). Erkel, liberato lo scorso aprile dopo oltre 600 giorni di prigionia, e’ di nazionalita’ olandese ed era a capo della missione svizzera di Msf in Daghestan quando fu’ rapito. Per la liberazione fu pagato un riscatto, pari a un milione di euro secondo la stampa. L’Aja ha chiesto a fine maggio a Msf il rimborso del riscatto, ma Msf non intende pagare. Medici senza frontiere – afferma un comunicato reso noto dall’ong -”non puo’ assumere la responsabilita’ di una trattativa alla quale non ha preso parte”. Msf e’ stata avvertita all’ultimo momento dell’accordo negoziato dal governo olandese ed ha dato la priorita’ alla liberazione di Erkel. L’ong non ha preso nessun impegno finanziario e rinviato la questione a discussioni ulteriori, precisa il comunicato. L’organizzazione chiede ora un’inchiesta indipendente sulla vicenda. Affermando che il diritto internazionale impone ai governi di rispettare e garantire la protezione degli operatori umanitari, Msf ritiene che la principale responsabilita’ ricade sulla Russia, ma che anche il governo olandese avrebbe dovuto fare maggiore pressione su Mosca per ottenere il rilascio di Erkel. Le condizioni precise della liberazione di Erkel sono tuttora poco chiare. Il delegato era stato rapito da uomini armati mentre era nel Daghestan per aiutare i profughi ceceni.


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