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Ong: Barbera (Cipsi), manifesteremo contro i tagli

Il Cipsi progetta manifestazione davanti alla Farnesina per protestare contro i tagli all'aiuto allo sviluppo.

di Redazione

Una grande manifestazione di protesta delle Ong davanti al palazzo della Farnesina: questa potrebbe essere una delle iniziative a cui pensano le 37 associazioni e Organizzazioni non governative aderenti al Cipsi per protestare contro i tagli del governo alle risorse dell’aiuto allo sviluppo: cento milioni di euro (di cui 22 destinati alle Ong) sui fondi a disposizione quest’anno e ancora non spesi, e 152 milioni su quelli previsti per il 2006, che scenderanno cosi’ a 400 milioni rispetto ai 552 milioni del 2005.

“Ci stiamo consultando con l’insieme delle Ong per concordare la maniera piu’ efficace di manifestare, non tanto in difesa dei cento milioni che il governo ‘ruba’ alla Cooperazione, ma perche’ venga radicalmente cambiato il progetto stesso della cooperazione allo sviluppo”, afferma al Velino il presidente del Cipsi, Guido Barbera, che in un comunicato definisce il taglio delle risorse “l’ennesimo furto, un copione che si ripete da anni”.

La manifestazione davanti alla Farnesina, o in subordine davanti al ministero del Tesoro, non sara’ l’unica iniziativa organizzata dal Cipsi, che ha gia’ in programma con la “Campagna Sbilanciamoci” un presidio il 27 ottobre a Firenze, davanti a Palazzo Vecchio, in occasione dell’inaugurazione delle “Giornate della cooperazione 2005”.
“Nel capoluogo toscano – spiega Barbera al Velino – si trattera’ di una manifestazione il cui slogan sara’ ‘Solidarieta’ internazionale, non parole ma fatti’. In quell’occasione Sbilanciamoci rendera’ pubblico un dossier sulla situazione reale dell’aiuto pubblico allo sviluppo dell’Italia”.

I problemi della cooperazione allo sviluppo messi in evidenza dai tagli alle gia’ esigue risorse sono, secondo Barbera, almeno due. Il primo e’ gestionale, nel senso che se gli uffici competenti della direzione generale avessero funzionato meglio, il taglio dei fondi destinati alle Ong si sarebbe potuto evitare. “Dall’inizio dell’anno – afferma Barbera – ripetutamente, con l’associazione delle Ong Italiane, abbiamo chiesto che si procedesse nei pagamenti dei milioni di euro che dal 1991 in poi le Ong aspettano. Nonostante il decreto di semplificazione delle procedure amministrative, a causa della disorganizzazione e delle lungaggini della Ragioneria dello Stato solo una parte dei pagamenti e’ stata fatta, e le Ong rimangono con decine di milioni di crediti nei confronti del ministero degli Esteri. Una situazione assurda, dove un impegno concreto nel procedere nei pagamenti dovuti poteva evitare completamente questo ennesimo ‘furto’ da parte del Tesoro alla cooperazione”.

La conseguenza del taglio ai fondi di quest’anno sara’ che i progetti da realizzare nei Paesi in via di sviluppo, per i quali non e’ stata ancora versata dal ministero la prima tranche, non cominceranno; e che i progetti di educazione allo sviluppo da realizzare in Italia potranno decollare soltanto se le Ong faranno ricorso, a loro spese, al credito bancario. Il secondo problema, spiega ancora Barbera al Velino, e’ politico: “A differenza di quanto avviene negli altri Paesi, in Italia abbiamo un governo che prende nelle sedi internazionali impegni che poi a livello dei ministri vengono disattesi. Il fatto, per esempio, che il ministro degli Esteri Gianfranco Fini vada all’Onu a dire che le difficolta’ economiche non ci consentono di rispettare gli impegni presi e’ un fatto di estrema gravita’. L’Italia, per quanto riguarda l’impegno per l’aiuto allo sviluppo – prosegue il presidente del Cipsi -, ha ormai perso qualsiasi credibilita’. Capisco l’imbarazzo di quei diplomatici che, quando entrano nelle riunioni internazionali, vengono additati come i rappresentanti di un Paese che promette e poi non fa”, afferma ancora Barbera il quale sottolinea che le ricadute concrete di questa non credibilita’ sono che si viene poi “esclusi dai progetti finanziati da enti internazionali, con ricadute negative sull’immagine dell’intero Paese. Soltanto l’Italia tra i Paesi dell’Unione europea – conclude Barbera -, ha una immagine cosi negativa per quel che riguarda l’impegno a favore della cooperazione”.

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