Attivismo

Onewater: i giovani che mettono l’acqua al centro

Le Alpi come una grande riserva idrica, minacciata dal riscaldamento globale: su questo tema si sono confrontati studiosi, esperti, attivisti, professionisti, a Burghausen, in Baviera, al primo Simposio sui fiumi alpini. Motore dell'evento internazionale è Onewater, una rete di giovani di tutto il mondo, anche italiani, desiderosi di impegnarsi per una gestione partecipata e consapevole dell'acqua

di Elisa Cozzarini

L’idea di mettere in piedi un convegno di due giorni sui fiumi, in pieno agosto in Germania, poteva venire solo a un gruppo di giovani coraggiosi e appassionati. E solo loro potevano trasformarla in un successo, con la partecipazione di decine di studiosi, esperti, attivisti, persone desiderose di confrontarsi sul futuro dei corsi d’acqua sulle Alpi, una delle aree del mondo più colpite dal cambiamento climatico. Il primo Simposio internazionale sui fiumi alpini si è appena concluso a Burghausen, delizioso borgo della Baviera sulle rive del Salzbach. L’evento è stato promosso, con il sostegno del Comune, da Onewater, impresa sociale non profit tedesca, con una rete di contatti in moltissimi Paesi.

«Io e Christian Fischer abbiamo coordinato tutte le attività, dagli inviti ai relatori alla gestione dell’evento», spiega Athénaïs Georges, fundraiser ed ecologa. «Nella preparazione, ci hanno aiutato per la grafica, il sito web, i social network, mentre durante il simposio siamo stati affiancati da un gruppo affiatato di persone, dai 20 ai 37 anni, quasi da ogni angolo del pianeta: Colombia, Spagna, Russia, Germania, Regno Unito, Italia, Romania, Francia, Siria, Giappone».

Athénaïs Georges durante il Simposio a Burghausen

Onewater ha origine nel 2020, per iniziativa di alcuni laureati della Scuola di geografia e dell’ambiente dell’Università di Oxford. All’inizio è un semplice blog, uno spazio in cui studenti, professori, artisti e professionisti potevano condividere e rendere accessibili concetti scientifici legati all’acqua. È cresciuto velocemente, soprattutto grazie allo slancio dei volontari, tutti giovani, su cui ancora si basa gran parte delle attività.

«L’obiettivo di Onewater, e del Simposio, è riuscire a coinvolgere i decisori politici, gli scienziati, la società civile, l’opinione pubblica, persone di diverse età, giovani come noi, ma anche anziani e bambini, sui temi dell’acqua», spiega Georges. «Il cuore dell’evento è la conferenza scientifica, un’occasione di confronto su studi, esperienze, scoperte, preoccupazioni rispetto ai fiumi in generale, e in particolare sulle Alpi». Tra i temi trattati dai relatori, c’è la sfida della riqualificazione fluviale, anche in seguito alla recente approvazione della Nature restoration law, la legge europea sul ripristino della natura. Ma si è parlato anche della scomparsa dei ghiacciai alpini, del riconoscimento dei diritti della natura e delle minacce per la conservazione degli ultimi tratti ancora selvaggi dei fiumi, tra cui il Tagliamento, in Friuli. Oltre a molti esponenti del mondo accademico, erano presenti rappresentanti di organizzazioni ambientaliste come Wetlands International, Euro Natur, WWF Germania, oltre alle italiane Legambiente, Centro italiano per la riqualificazione fluviale – Cirf e Free Rivers – Coordinamento nazionale tutela fiumi.

Organizzatori, relatori e partecipanti al Simposio

«Siamo soddisfatti di questa prima edizione. Anche con poche risorse, sia economiche sia umane, siamo riusciti ad accendere i riflettori sui fiumi alpini e sugli impatti del cambiamento climatico, non solo per le persone ma per ogni forma di vita», conclude Georges. «Ci siamo già messi al lavoro per la prossima edizione, che sarà sempre a Burghausen, a settembre 2025. Vogliamo coinvolgere sempre più anche gli altri Stati alpini e altre organizzazioni, per allargare la platea e far sì che ciascuno si senta protagonista, verso una gestione partecipata e condivisa dell’acqua, oltre i confini».

Foto di František Ficek per Onewater


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