Economia

Ondata di leggi e delibere: per le Regioni la Csr è diventata terreno di conquista

Monitoraggio della Fondazione ICSR

di Benedetta Verrini

Sono oltre 170 i provvedimenti (leggi ma anche ordinanze, delibere, bandi e iniziative) adottati dalle Regioni negli ultimi cinque anni in materia di Corporate Social Responsibility. Lo rivela un monitoraggio, assolutamente inedito e recentemente pubblicato dalla Fondazione ICSR per la diffusione della responsabilità sociale delle imprese. L’ente, i cui soci fondatori sono il ministero del Lavoro, Unioncamere, Inail e Università Bocconi, ha ricevuto mandato dal ministro Sacconi di svolgere un’indagine capillare sullo “stato dell’arte” delle politiche e delle legislazioni regionali in materia di Csr.

Sinergia col non profit
«La pubblica amministrazione è ormai universalmente riconosciuta quale attore fondamentale nella diffusione di questa tematica sul territorio», spiega a Vita Manlio De Silvio, responsabile del progetto. «Consapevoli che gli enti locali possono rappresentare uno stimolo allo sviluppo della Csr attraverso strumenti di indirizzo ed incentivazione, con questa ricerca abbiamo svolto un ruolo di “catalizzatori” delle varie esperienze messe in campo. E queste, probabilmente, saranno un prezioso patrimonio per lo sviluppo degli indirizzi a livello nazionale». L’indagine ha censito i provvedimenti locali (svolti anche in sinergia con il privato e il non profit) volti alla promozione della Csr su tre ambiti specifici: la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro; la conciliazione famiglia-lavoro; le pari opportunità. «La risposta e anche il livello di acquisizione della materia sono stati una felice sorpresa per tutti noi», commenta De Silvio. Su 21 fra Regioni e Province autonome, 15 hanno risposto e offerto un panorama interessante: «I temi sui quali è stato profuso maggiore impegno», prosegue il ricercatore, «sono stati quelli della salute e sicurezza sul lavoro (78,3%) e della conciliazione famiglia-lavoro (69,6%), evidenziando l’estrema importanza che tali tematiche assumono nel nostro Paese. Più della metà degli enti coinvolti ha dedicato specifiche iniziative anche al tema delle pari opportunità (52,2%)».

L’esempio del Veneto
Tra le iniziative indicate sono presenti anche numerosi provvedimenti volti a promuovere il tema in senso generale. «La ricerca, in ogni caso, non ha avuto l’obiettivo di stilare una classifica di “primi della classe”, quanto di fare una fotografia dell’esistente», prosegue De Silvio. «Devo dire che, nel complesso, gli interventi si presentano ben distribuiti da Nord a Sud. Si va dal Veneto, ad esempio, che ha individuato i requisiti minimi per l’identificazione dell’impresa socialmente responsabile, fino alla Puglia che già nel 2006 e 2007 ha emanato leggi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».
Tra le difficoltà emerse si è riscontrata «la mancanza, nella maggior parte dei casi, di un dipartimento o un organo interno preposto al coordinamento delle attività volte alla promozione della Corporate Social Responsibility», conclude De Silvio. «Questo è connaturato nella multidisciplinarietà della tematica, la quale implica che diverse direzioni amministrative – dal lavoro alla famiglia, fino alla formazione – si occupino delle specifiche materie. Un maggiore coordinamento, d’altra parte, non solo migliorerebbe la conoscenza delle iniziative realizzate, ma favorirebbe anche la piena condivisione, interna ed esterna, delle buone pratiche esistenti».


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