Salute
Oncologi in allarme: troppi tagli
A rischio la rete oncologica nazionale che con la spending review rischia di essere smantellata. A lanciare l’allarme il presidente del Cipomo, Roberto Labianca al congresso europeo di Vienna
di Redazione
Roberto Labianca, presidente del Collegio dei primari di oncologia ospedaliera (Cipomo), coglie l'occasione del congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) in corso a Vienna (termina il 2 ottobre), per lanciare il suo grido d’allarme: «La rete oncologica nazionale rischia di essere smantellata».
Labianca in un colloquio con i giornalisti ha fatto osservare come al congresso viennese dell’European Society for Medical Oncology la rilevante presenza di scienziati italiani «ma è inutile gloriarsi. Il ministro Balduzzi ha detto che l'oncologia italiana è di eccellenza, però la spending review può farci perdere quanto realizzato fin qui, ci vuole poco a tornare indietro: attenzione ai tagli indiscriminati, se si taglia male si tagliano teste. Dobbiamo salvaguardare la vita dei pazienti» ha detto Labianca.
Il Cipomo proprio per queste ragioni ha chiesto un incontro con il ministro della Salute e con la Commissione sanità del Senato e creerà un osservatorio per segnalare le difficoltà esistenti. Labianca ha citato casi di primari andati in pensione e non sostituiti, accorpamenti di reparti, difficoltà di accesso alle terapie: «Così si contraddicono i principi di equità e si causano discriminazioni. Sentiamo sempre più pazienti che vanno all'estero».
Secondo gli oncologi la spending review deve eliminare gli sprechi ma non ridurre indiscriminatamente le spese: sarebbe importante capire quanto costa l'oncologia in Italia, così come una ricerca presentata al Congresso ha calcolato la spesa per tumori in Europa. «Partecipare all'Esmo è importante per mettere a confronto le esperienze, ricevere I giusti riconoscimenti ma anche capire le nostre mancanze. L'oncologia italiana ha raggiunto un buon livello non grazie ma nonostante i politici e a volte contro i politici. Ora è in difficoltà e bisogna agire perchè l'organizzazione sia funzionale».
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