Salute

OMS: preoccupazione per l’Africa Occidentale

La suina resta pandemia, perché si ritiene che nel continente africano possa essere ancora pericolosa

di Benedetta Verrini

Contro ogni previsione, martedì scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di mantenere il massimo livello di allerta sull’influenza A. Anche se il peggio sembra passato in molte aree del pianeta, l’attività del virus H1N1 è ancora in crescita in alcune zone, come l’Africa occidentale.

Lo ha annunciato Keiji Fukuda, consigliere speciale del direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, dichiarando che “in base alle indicazioni degli esperti del Comitato di emergenza sulla pandemia, il direttore generale ha deciso di non modificare le attuali indicazioni sulla fase di allarme pandemico in corso”. “Dobbiamo tenere gli occhi aperti e monitorare attentamente la situazione”, ha proseguito. “In alcune zone, come il Nord America e l’Europa occidentale l’attività virale è in calo, mentre in altre è stabile, e in Africa occidentale si registra una trasmissione a livello di comunità”.

Inoltre a pesare sulla decisione dell’Oms è stata la “preoccupazione relativa al fatto che la stagione invernale non è ancora iniziata nell’emisfero Sud, e dunque c’è incertezza sulla possibilità e l’entità di nuove ondate di influenza A/H1N1” in questa parte del globo. Infine, sulla base dei pareri degli esperti, il vertice Oms ha determinato di modificare una delle tre raccomandazioni agli Stati e alla popolazione alle prese con la pandemia: i Paesi non dovrebbero chiudere i confini o limitare gli scambi e i commerci internazionali; dovrebbero inoltre mantenere in piedi i sistemi di sorveglianza delle sindromi influenzali. Infine, in caso di malattia, è prudente che i viaggiatori rimandino la partenza. 


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