Salute

Oms: le demenze priorità mondiale

Diffuso il rapporto di Oms e Adi. Alzheimer Italia ricorda come il nostro paese non abbia ancora un Piano nazionale per le demenze

di Redazione

I governi, i politici e le altre parti interessate devono considerare le demenze una priorità mondiale di salute pubblica. È l’invito contenuto in un rapporto diffuso oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Alzheimer’s Disease International (Adi), che fornisce una panoramica autorevole sull’impatto di questi disturbi in tutto il mondo, inclusi i Paesi a basso e medio reddito, oltre a dati sulle migliori pratiche e a studi di casi pratici provenienti da tutto il mondo.  

Per preparare il rapporto, intitolato “Demenza: una priorità di salute pubblica”, Oms e Adi hanno commissionato un report a 4 gruppi di esperti. «Con il loro impatto devastante sui malati, le loro famiglie, le loro comunità e i sistemi sanitari nazionali – evidenzia Marc Wortmann di Adi – le demenze rappresentano non solo un problema di salute pubblica, ma anche un incubo sociale, fiscale ed economico. In tutto il mondo ogni 4 secondi nasce un nuovo caso di demenza. Questo è un tasso di crescita impressionante, pari a 7,7 milioni di nuovi casi ogni anno, le stesse dimensioni delle popolazioni della Svizzera e Israele. I nostri attuali sistemi sanitari non possono far fronte all’esplosione della crisi delle demenze, in quanto tutti noi viviamo più a lungo. Questo imminente disastro economico e del debito pubblico rappresenta una sfida sociale e sanitaria di prim’ordine».  

Nella sua prefazione alla relazione, il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, ha definito il rapporto «un importante contributo alla nostra comprensione delle demenze e del loro impatto sugli individui, le famiglie e la società». Il rapporto infatti «fornisce la base conoscitiva per una risposta globale e nazionale che può aiutare i governi nazionali, i responsabili politici e le altre parti interessate ad affrontare l’impatto delle demenze come una minaccia crescente per la salute globale».
Chan ha esortato tutte le parti interessate a «rendere i sistemi di assistenza sanitaria e sociale informati, sensibili e reattivi rispetto a questa incombente minaccia».

Il rapporto viene diffuso nel nostro Paese grazie alla Federazione Alzheimer Italia, che rappresenta nel nostro Paese l’Adi. La presidente Gabriella Salvini Porro ricorda che per l’Italia si stima che ci siano un milione di persone con demenza «di cui 600mila malate di Alzheimer. Il nostro Paese non possiede ancora un Piano nazionale per le demenze, urgenza espressa e richiesta non solo oggi dall’Oms ma dichiarata già 4 anni fa dal Parlamento Europeo con l’adozione della Dichiarazione Scritta 80/2008, in cui si riconosceva la malattia di Alzheimer come priorità pubblica e si auspicava lo sviluppo di un Piano d’azione comune. Paesi vicini al nostro come la Francia e la Gran Bretagna hanno varato nel tempo Piani nazionali per migliorare la vita dei malati e di chi li assiste, per aumentare la conoscenza della malattia, per garantire l’accesso a migliori servizi di assistenza e sostegno sul territorio. In Italia non è stato fatto ancora nulla di tutto ciò, ma urge programmare iniziative concrete».

La Federazione Alzheimer Italia, ricorda Salvini Porro «si mette a disposizione delle istituzioni in particolare per contribuire a creare nel breve periodo una rete assistenziale – formata da famiglie, medici, ricercatori, finanziatori, associazioni e comitati etici – intorno al malato, che va riconosciuto e trattato come individuo competente e razionale, non come un paziente senza memoria. Una rete quindi che sia in grado di affrontare davvero quella che diventa ogni giorno di più un’emergenza sanitaria e sociale; una rete che dia l’opportunità di migliorare la qualità di vita di oltre un milione di persone».


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