Non profit

Omogamia

Operai con operai, insegnanti con insegnanti e impiegati con impiegati. Non si scappa: ormai ci si sposa solo con un parigrado. È l’era dell’...

di Alter Ego

Ovvero Dio li fa e poi li accoppia. È l?ultima tendenza registrata nella società italiana, l?omogamia, che in fondo vuol dire solo questo: che la formazione delle coppie avviene sempre più fra persone simili. Fin qui non ci sarebbe niente di male, anzi. Come appunto recita il proverbio, che come tutti i proverbi non rappresenta un sapere, né tantomeno un sapere popolare (nessun popolano, credete a uno di loro, ha mai preso sul serio un sistema in cui l?unione fa la forza, ma chi fa da sé fa sempre per tre?), quanto l?ombra di una verità. Verità che darebbe ragione all?omogamia se l?omogamia fosse quello che dovrebbe essere, scegliersi il partner analogo sul piano elettivo, intellettuale, interiore o anche semplicemente fisico. Partner, o meglio persona, cui dare l?assenso perché se ne intravedono le intime fibre, i valori, i sentimenti. E invece no. Secondo le ultime ricerche pubblicate dalla serissima casa editrice Il Mulino, l?omogamia attuale è la scelta del partner all?interno dello stesso ambiente sociale, quindi un partner con cui si condivide «istruzione, reddito, origini sociali e geografiche». Alla faccia della globalizzazione, i primi dati imbarazzano: il 40% degli insegnanti sono sposati con insegnanti, il 61% degli operai con operai, il 50% degli impiegati con un?impiegata, il 70% dei matrimoni avvengono fra persone della stessa provincia. Una tristezza infinita, quest?omogamia. Non solo la fine del romanticismo. Ma la standardizzazione dei sentimenti, che fa del pilastro della società, l?unione fra due persone, non più una chance ma una barriera. Insormontabile.


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