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Omofobia, il grande pasticcio
La maggioranza affossa la legge anti-discriminazioni. E nel Pd scoppia il caso Binetti
di Redazione

Salta l’intesa, passa la pregiudiziale Udc. Il Pdl: «Traditi i patti». La deputata teodem vota con la maggioranza. Franceschini: «Un problema». La cronaca e i punti di vista dei quotidiani in edicola
- La rassegna stampa si occupa anche di:
- PERSONE
- MAMME
- NEPOTISMI
- L’AQUILA
- 5 PER MILLE
- CUBA
- CRISI ALIMENTARE
- FISCO & FAMIGLIA
- RIFIUTI TOSSICI
- RAZZISMO
Il CORRIERE DELLA SERA dedica due pagine «all’affossamento» del ddl che punisce l’omofobia. Non si procederà insomma all’esame del provvedimento che inseriva tra le aggravanti dei reati i fatti commessi «per finalità inerenti all’orientamento o alla discriminazione sessuale della persona offesa dal reato». La resa dei conti in aula della Camera, dove i deputati hanno approvato, con i voti di Pdl e Lega, la questione pregiudiziale avanzata dall’Udc con 285 voti a favore, 222 contrari e 13 astensioni. Democratici e Idv hanno votato contro, mentre la deputata Paola Binetti ha votato con il centrodestra, suscitanto l’aspra reazione di Franceschini: «È un problema, un signor problema, una cosa molto grave – ha detto Franceschini – perché su questi temi non ci può essere libertà di coscienza dentro un partito». Nelle pagine in cui si affronta il tema, il CORRIERE ospita una lettera di Alessandro Cecchi Paone che indignandosi chiama i gay alla rivolta: «Che deve fare il movimento gay più bastonato e umiliato del mondo? Tirare fuori gli attributi, è ovvio!» e dunque fare le ronde. Sì, proprio così: Cecchi Paone invita a «organizzarsi in proprio» perché è ora di dire «basta ai piagnistei».
“Affondata la legge sui gay”: è il titolone de LA REPUBBLICA, che nel sommario aggiunge: “No di centrodestra e Udc. Si divide il Pdl, nel Pd nuovo caso Binetti”. Seguono tre pagine che riferiscono l’iter della proposta di inserire delle aggravanti per i reati commessi in relazione all’orientamento sessuale delle vittime. Un iter magnificamente sintetizzato da Ellekappa nella sua vignetta: «Ineccepibile l’iter della legge sull’omofobia… Prima l’hanno rincorsa tutti e poi pestata». In effetti sul testo, votato in Commissione, è stata presentata la richiesta di rinvio (Pdl e Udc); il Pd ha votato contro assumendosi il rischio di un secondo voto, sull’incostituzionalità. Il secondo voto – palese – c’è stato e così la legge è stata bocciata. Con il voto favorevole di Udc, della maggioranza del Pdl (solo i “finiani” hanno votato contro l’incostituzionalità e FareFuturo ha subito denunciato l’occasione persa di una legge necessaria e condivisa) e di qualcuno del Pd. Fra cui Binetti, che dice: «ho votato secondo coscienza», ma le cui prese di posizione sono per Franceschini «un signor problema». Due interviste a confronto. Al filosofo e deputato (cattolico, comunista e gay come si auto-definisce) Gianni Vattimo: “Leghismo e Chiesa anti-moderna ecco chi semina l’odio per i diversi” («la matrice più omofoba non è più quella postfascista, ma quella della Lega. Il “celodurismo” di Bossi è l’essenza di questo sentimento»). L’altra è a Rocco Buttiglione: “Quel testo che discrimina gli etero con i democratici intesa difficile”. La tesi è che aggravare le pene sarebbe una discriminazione nei confronti di chi non è omo. Sarà. Intanto, appena sotto, un dossier ricorda l’aumento delle aggressioni: “Insulti, botte e molotov l’escalation dell’intolleranza”. Ieri un’aggressione in Sicilia. Da gennaio ci sono stati 60 episodi. Il commento è di Miriam Mafai: “La faccia feroce dell’Italia”. Chiarissimo fin dall’incipit: «Ecco una buona notizia per coloro che, in un’Italia che si è fatta sempre più incattivita e feroce, si muovono ogni notte, come cani da caccia, alla ricerca di una vittima da insultare, picchiare, trascinare per terra…»
A pagina 19 il SOLE24ORE si occupa del caso omofobia bocciata e Binetti e lo fa con un pezzo sobrio e che lascia poco al commento. Vi si riporta la protesta della relatrice on. Paola Concia, i duri giudizi di Franceschini e poi ovviamente dell’apertura di «un altro caso Binetti» a sottolineare che non è la prima volta che le posizioni della deputata cattolica confliggono con quelle del Pd. Anche nel Pdl, nota il SOLE, c’è stato «qualche dissenso con 9 deputati che hanno votato contro le indicazioni del gruppo; non a caso tra loro ci sono alcuni “finiani” e in serata una nota di FareFuturo ha stigmatizzato la bocciatura del ddl.
E’ l’occhiello a pagina 11 del GIORNALE a sintetizzare la vicenda della legge sull’omofobia: “Caos in Parlamento”. Il quotidiano diretto da Vittorio Feltri in copertina si esprime attraverso il fondo di Giuseppe De Bellis che titola “Fine di una brutta legge: no ai gay «specie protetta»”. De Bellis considera che «I gay dovrebbero esultare, invece di arrabbiarsi. Perché questa legge era folle: diceva che compiere un reato contro un omosessuale sarebbe stato peggio che compierlo contro un etero. Avrebbe etichettato, marchiato, bollato i gay. Li avrebbe resi differenti, cioè quello che non sono , quello che non vogliono essere. Non si può lottare contro la discriminazione e poi autodiscriminarsi credendo di difendersi». La cronaca della seduta di ieri alla Camera, un “caos in Parlamento” appunto, a pag. 11 è di Massimo Malpica che a un certo punto annuncia: «Qualcuno ipotizza un assist al ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna che nel pomeriggio (di ieri ndr) ha subito annunciato di voler proporre al Consiglio dei ministri un «disegno di legge che preveda aggravanti per tutti i fattori discriminanti previsti dal Trattato di Lisbona, compresi quelli dell’età, della disabilità, dell’omossessualità e della transessualità».
IL MANIFESTO: dalla prima, “Omofobia, la Camera affossa la legge. Pd tra gaffe e Binetti”. Anche la vignetta di Vauro è dedicata al tema: “Omosessuali, non passa la legge alla Camera”, «che a nun falli passà per strada ce pensamo noi», il commento di due facinorosi raffigurati con spranghe e croce celtica. IL MANIFESTO dedica ampio spazio alla notizia, alle pagg. 2 e 3 campeggia un titolo “Specie non protetta”. La ricostruzione della giornata parlamentare di ieri è affidata a Cinzia Gubbini, secondo cui ora il Pd è «rosso di vergogna», il Pdl «si divide, ma tutto sommato tiene botta», mentre l’Udc «gongola». Nel Partito democratico tiene banco il caso Binetti, la parlamentare ha infatti votato a favore della pregiudiziale d’incostituzionalità, «c’era il rischio di introdurre un reato d’opinione», la sua giustificazione. Furibonda la Concia: «Questa legge non la voleva nessuno. Il Pd ha sbagliato, forse per ragioni congressuali». Rimpallo di responsabilità, con il Pd che intanto incolpa la destra. IL MANIFESTO riporta dei malumori anche nella maggioranza, con i «finiani» (tra cui lo stesso Bocchino) che non votano in linea con il partito, altri dieci gli astenuti. Uno sguardo oltre confine, da Bruxelles Alberto D’Argenzio firma un articolo dal titolo “Roma maglia nera, anche la Litania ha una protezione”, con riferimento alla mancanza di una tutela giuridica contro le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale in Italia. Segue un’intervista a Antonello Soro sulle responsabilità del Pd. Il no al rinvio in Commissione «era l’unica scelta possibile», la giustificazione un po’ fumosa del capogruppo Pd alla Camera, che però promette: «Ripresenteremo domani (oggi) un testo più ricco». Per la seconda volta in venti giorni (si veda la commissione d’indagine sulla Ru486) «il Pdl spinge il Pd in un tranello», è l’analisi di Daniela Preziosi. Franceschini intanto apre il caso Binetti, «una delle sue sostenitrici più scomode», e «finalmente decide la rottura». Anche se, continua IL MANIFESTO, «chi oggi accusa la Binetti, ieri (stesso voto contrario alle norme antiomofobe del decreto immigrazione Prodi) non l’aveva presa così male». Infine, la testimonianza di Massimo Fusillo: «Come sempre in Italia c’è il desiderio di compiacere la chiesa cattolica», «legiferare sarebbe stata una risposta concreta, la notizia di oggi va giusto nella direzione opposta».
Il Titolo di AVVENIRE si discosta da tutti gli altri: “La Camera ferma la rischiosa legge sull’omofobia”. Già in prima pagina l’editoriale di Domenico Delle Foglie – che pure ribadisce continuamente la condanna di ogni violenza e dice «che non è in discussione la dignità degli omosessuali come persone» – spiega quali sono i due rischi sventati: primo, il «rischio gravissimo di provocare una discriminazione di chi omosessuale non è», secondo «il rischio più elevato per una comunità civile», che sarebbe l’introduzione di un nuovo reato di opinione, «nel quale sarebbe potuto cadere chi avesse pubblicamente sostenuto la bellezza e la bontà sociale del matrimonio fra un uomo e una donna». Con simili norme «per i portatori di questa opinione si sarebbe aperta la porta per l’imputazione di discriminazione». Di spalla due interviste. La Binetti spiega che ha votato per l’incostituzionalità perché il testo, come era forumlato, «poteva costituire un precedente per un successivo riconoscimento delle unioni gay, del matrimonio tra omosessuali e per l’adozione per le coppie gay». È lei che introduce il concetto di «delitto d’opinione» ripreso dall’editoriale di Delle Foglie. Sulla sua permanenza nel Pd, indicata da Franceschini come problema, replica “vedremo”. L’altra intervista è a Rocco Buttiglione che dice «bisogna aumentare i controlli di polizia,non fare leggi di dubbio profilo costituzionale». Più avanti, ma di tema affine, un pezzo sui Pacs in Francia, a dieci anni dalla loro introduzione: crescono i pacs, ma per il 95% sono tra persone dello stesso sesso (sono stati 146mila nel 2008 i pacs sottoscritti), ma crescono molto di più gli scioglimenti dei pacs stessi (23mila l’anno scorso, +70% rspetto al 2007). Per AVVENIRE il bilancio del decennio conferma i timori originari dei cattolici, cioè di crare una competizione artificiale con il matrimonio e aumnetare la fragilità dei legami.
“Bocciata la legge sull’omofobia scontri e proteste alla Camera”. LA STAMPA mette in prima pagina lo scontro sulla proposta di legge sull’omofobia e all’interno intervista Paola Binetti. «Non dica la frase fatta: “Ho tanti amici fra i gay”, nessuno le crederebbe» le dice il giornalista de LA STAMPA. E lei: «Se vuole non lo dico. Ma potrei elencarle non solo amici gay ma anche alcuni gay fra i miei collaboratori». Binetti spiega così le ragioni del suo voto: «Io sono per il rispetto della persona in tutti i casi. Lo dico in maniera più esplicita: sono per il pieno rispetto della persona gay. Non condivido la cultura secondo cui i generi sarebbero cinque e non due: maschile, femminile, omosessualità maschile, omosessualità feminile e transgender. Questo è il punto». «Una cosa sono le persone, che possono avere queste caratteristiche. Altro è il principio secondo cui queste condizioni costituiscono delle identità». «Le leggi hanno sempre un dato di principio e un dato di fatto. Sui principi non posso essere d’accordo». La deputata Pd rivendica la possibilità di coesistenza di differenti posizioni all’interno di uno stesso partito: «Un grande partito non può imporre il pensiero unico, specie in materie così delicate». Nella stessa pagina dell’intervista alla Binetti LA STAMPA riassume le reazioni all’interno del Pd: “L’ira di Franceschini: Paola problema serio”. Ieri a “Exit” su La7 il segretario del Pd ha detto che la posizione di Paola Binetti pone «un serio problema di permanenza all’interno del partito». Se non è il preaannuncio formale di espulsione è qualcosa che lo preannuncia, scrive LA STAMPA. Dopo la sortita di Franceschini l’europarlamentare “bersaniano” Roberto Gualtieri ha rincarato la dose: «Alla buon ora! Franceschini rifletta sul dilagare dei casi di coscienza in questi ultimi due anni».
Affossata la legge sull’omofobia, alla camera vince la lobby dei cattolici. Lo sostiene il pezzo “Binetti sceglie Casini. Il Pd s’infuria“ che ITALIA OGGI pubblica nella sezione Primo Piano. L’analisi di ITALIA OGGI mette in relazione il voto di ieri con i voti prossimi che potrebbero eleggere Bersani segretario del Pd. A sostegno di questa tesi, ITALIA OGGI scrive:« Il Pd è andato sonoramente sotto sul ddl presentato da Paola Concia ed ha le sue responsabilità. E anche le sue paure, adesso che il congresso incombe e la mozione Pierluigi Bersani parte in vantaggio nel voto dei circoli. Non sono pochi i democratici che si stanno guardando intorno, in particolare l’ala dei cattolici, alla ricerca di un approdo più familiare in caso di vittoria dell’ex ministro diessino. L’attrazione per il partito di Pier Ferdinando Casini è un’attrazione naturale. Come ha già dimostrato la Binetti».
Il titolo di prima del FATTO QUOTIDIANO è “Scandalo alla Camera, la settimana dura solo 4 ore. Bocciano la legge sull’omofobia, poi tutti a casa”. (L’apertura del FATTO QUOTIDIANO di oggi è dedicata al «Parlamento desertificato»: deputati in Aula poche ore al giorno, il 90% delle leggi approvate sono decreti del governo). In un editoriale, Furio Colombo si interroga sui motivi dell’«incidente o trappola procedurale» di ieri: «Errori procedurali? Inganni degli abili manovratori del Pdl? Fiducia mal riposta del Pd nei colleghi di destra?». Qualunque sia la risposta, continua Colombo, l’aggravante per l’omofobia «è precipitata in un vuoto che non promette rapidi ritorni». A pagina 5, “Silurata la legge contro l’omofobia. Ora la Binetti fuori dal Pd”. «Alla fine la maggioranza per far fallire la legge ha giocato sul disorientamento del Pd», l’analisi di Wanda Warra. IL FATTO QUOTIDIANO si occupa poi dell’«ennesimo» caso Binetti: «Stavolta rischia di non passarla liscia».
E inoltre sui giornali di oggi:
PERSONE
CORRIERE DELLA SERA – Scoop del CORRIERE su Roberto Saviano, scrittore anticamorra: non doveva avere la scorta. L’opinione è del capo della Mobile di Napoli, Vittorio Pisani, la cui intervista esce domani a firma Giuliano Zincone sul Magazine del quotidiano. «A noi della Mobile fu data la delega per riscontrare quel che Saviano aveva raccontato a proposito delle minacce ricevute», spiega il poliziotto parlando di tre anni or sono. «Dopo gli accertamenti demmo parere negativo sull’assegnazione della scorta». E in tre anni non ha cambiato idea: «Resto perplesso quando vedo scortare persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, magistrati e giornalisti che combattono la camorra da anni». Nemmeno di Gomorra è entusiasta: «Ha avuto un peso mediatico eccessivo rispetto al valore che ha per noi addetti ai lavori». Il CORRIERE nota: è la prima volta che un uomo dello Stato mette in discussione il fenomeno Saviano.
MAMME
LA REPUBBLICA – Bel focus di R2 sulle “mamme in azienda”. Parte da una ricerca della Bocconi: le donne che fanno figli non sono un costo per le imprese. Una maternità persa lo 0,23% sui conti, ma la donna al rientro supera i colleghi per efficienza e produttività. A condizione che il sistema diventi più flessibile. Insomma il problema maternità in azienda non dovrebbe esistere affatto. Chiara Saraceno nel suo commento invita le imprese a essere più lungimiranti, incoraggiando i rientri delle neo mamme in tempi rapidi.
NEPOTISMI
LA REPUBBLICA – Cresce il disagi in Francia per lo scandalo Jean Sarkozy, che il suo papà vorrebbe nominare alla guida dell’Epad, organismo di controllo e gestione della Defense, il primo centro d’affari europeo alle porte di Parigi. Il fatto è che Jean ha 23 anni, è uno studente in legge (al secondo anno e già largamente fuori corso) e l’Epad ospita 2500 aziende. Una cosetta impegnativa, insomma. Anche nel partito del presidente cresce il malumore e il disagio.
L’AQUILA
IL GIORNALE – Se Clooney sta girando all’Aquila alcune scene del thriller “L’americano”, il giovane regista pugliese Giuseppe Tandoi sta ultimando le riprese de “La città invisibile”, commedia dalla missione impossibile: raccontare la tragedia terremoto con toni leggeri e un cast under 35. Il costo della produzione è di 500mila euro ed è patrocinato dal ministero della Gioventù e dalla Protezione civile che ha ospitato la troupe fra santa Rufina, Roio e Collemaggio. Fra gli attori anche vip: Roberta Scardola de I Cesaroni, Federico Fiorenza direttore del teatro stabile dell’Aquila, Leon Cino, ballerino di Amici, Renato Garrone volto di diversi spot e Gabriele Cirilli che non ha bisogno di presentazioni.
5 PER MILLE
ITALIA OGGI – Mentre il terzo settore aspetta ancora le erogazioni del cinque per mille per gli anni 2007 2 2008, un comunicato stampa diffuso ieri dall’Agenzia delle entrate annuncia che la scelta del cinque per mille ci sarà anche l’anno prossimo. «Si chiude così», scrive ITALIA OGGI nell’articolo “5 per mille anche nel 2010“ «la polemica accesa da Adusbef e Federconsumatori che sempre ieri avevano denunciato il gravissimo atto del governo, vale a dire la scomparsa dal Cud 2010 della voce che dà possibilità ai contribuenti di scegliere a chi destinare il 5 per mille».
CUBA
LA STAMPA – “Alla blogger vietato il viaggio negli Usa”. LA STAMPA mette in prima pagina la foto di Yoani Sanchez. Il suo blog è stato incluso dal “Time” fra i 25 migliori del mondo e la blogger doveva andare degli Usa per ritirare una menzione speciale della Columbia University, ma il governo cubano le nega il visto. «Mi vedo trattare ancora una volta come una bambina che deve chiedere il permesso ai genitori per poter uscire di casa» ha scritto sul suo blog. «Non mi è consentito di partecipare alla premiazione del Maria Moors Cabot (il premio negli Usa, ndr) e non mi viene permesso di viaggiare alla volta del Brasile, dove si terrà il lancio del mio libro e una conferenza davanti al Senato». «Mi illudo che in un prossimo futuro vivrò in un Paese normale, che non impedirò un viaggio all’estero per motivi politici. Per ora posso solo usare Twitter – la mia unica arma – e gridare forte: “Internet e libertà di movimento per i cubani».
CRISI ALIMENTARE
LA STAMPA – “La Fao: serve il doppio del cibo”. Un miliardo le persone affamate, e nel 2050 potrebbero triplicare, sono i dati allarmanti diffusi dalla Fao. Venerdì, in occasione della Giornata contro la fame, l’ong Action Aid presenterà uno studio che analizza diversi Paesi e afferma che a fare le differenza sono «politiche statali coerenti e determinate» con aiuti consistenti ai conteadini più poveri e politiche sociali alle fasce più deboli, la salvaguardia delle produzioni rivoltte al consumo interno rispetto all’export, una più equa redistribuzione delle terre. Insomma, secondo le ong la fame si può vincere, molto dipende dalla volontà dei governi.
FISCO & FAMIGLIA
AVVENIRE – Una pagina intera per spiegare il debutto,a Parma, del quoziente familiare. È il primo caso in Italia e AVVENIRE sottolinea che csì facendo «ha sorpassato il Governo». Le tariffe di partecipazione alla spesa per i servizi sociosanitari, dal nido alla scuola all’assistenza domicilaire, saranno calcolate con un quaoziente nuovo, detto quoziente Parma, che corregge la scala di equivalenza dell’Isee, tenendo conto del carico di cura di ogni famiglia. Per Francesco Belletti, presidente del Forum Famiglie, spiga che l’introduzione del quoziente familiare su scala nazionale costerebbe 16 miliardi di euro ma restituirebbe potere d’acquisto alle famiglie: «Per uscire prima dalla crisi bisogna investire sulla famiglia».
RIFIUTI TOSSICI
IL MANIFESTO – Torna ad occuparsi della nave dei veleni ritrovata nelle acque calabresi, con un titolone in prima a piena pagina “Il segreto”. La marina militare «sapeva da tre anni», l’accusa del MANIFESTO. La Capitaneria di porto, infatti, dal 2006 aveva ordinato il blocco della pesca per l’alto tasso di inquinamento, «ma non è stato fatto nulla finché il magistrato di Paola non ha contribuito a svelare il mistero». “Rifiuti di stato” è l’articolo a pagina 7 a firma di Andrea Palladino, che riporta una notizia ripresa dalla stampa calabrese: sarebbero altre 55 le navi utilizzate per il trasporto di rifiuti tossici e di cui si sarebbero perse le tracce. La conferma arriverebbe dal capo dei servizi segreti militari. Intanto della nave della Saipem (Eni) che doveva recuperare i bidoni non se ne sa più nulla.
RAZZISMO
IL MANIFESTO – Continua l’appello del MANIFESTO ad aderire alla manifestazione nazionale contro il razzismo prevista per sabato 17 ottobre. Alle pagg. 4 e 5 un reportage a firma di Stefano Liberti da Ceuta, enclave spagnola in Marocco dal titolo “Tigri in gabbia nell’enclave”: la storia di 53 indiani che per paura di essere rimpatriati, sono fuggiti sulle montagne di Ceuta, dove da un anno e mezzo vivono in un accampamento clandestino.
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