Welfare

Omaze: la startup che mette all’asta i sogni per fare fundraising

Lanciata con un finanziamento di 1 milione di dollari a Los Angeles, Omaze, la startup che mette all’asta incontri con le star e visite ai set hollywoodiani per sostenere progetti non-profit

di Ottavia Spaggiari

Fare un doppio con Andre Agassi e Steffi Graff, giocare a basket con Magic Johnson e bersi un caffè con Lady Gaga. Sono solo alcune delle esperienze offerte da Omaze, il sito americano che rende alla portata di tutti le esperienze messe all’asta negli eventi benefici più patinati. Creato da due giovani imprenditori, Matt Pohlson and Ryan Cummins, l’iniziativa è stata definita da Forbes come il tipico esempio di startup sociale made in Los Angeles, visto il coinvolgimento delle stelle Hollywoodiane nel progetto.

“Abbiamo sempre lavorato nel non-profit come produttori di documentari sociali,” hanno raccontato Pohlson e Cummins a Forbes, “qualche anno fa abbiamo partecipato ad un’asta benefica. In palio c’era la possibilità di andare a vedere una partita dei Lakers, la nostra squadra preferita, insieme a Magic Johnson, il nostro idolo. La stanza però era piena di persone molto facoltose e l’evento è andato via per 15 mila dollari.” La somma era stata devoluta al Boys and Girls Clubs of America, una non-profit che sviluppa programmi di alfabetizzazione e animazione giovanile nei quartieri più poveri del Paese. “Quel giorno ci siamo rei conto che se avessimo utilizzato la rete, avremmo potuto rendere quell’esperienza accessibile a molte più persone, riducendo i costi per i donatori e riuscendo comunque a raccogliere più fondi. 15 mila dollari non è poi così tanto se si pensa all’impatto sociale di un'associazione come Boys and Girls Clubs of America.” E’ così che è nato Omaze.

Il sito ha trasformato l’asta benefica in una sorta di lotteria. Sul sito web è possibile proporre il proprio sogno e partecipare alle aste già presenti, con una donazione di appena 5 dollari. Le transazioni economiche sono svolte in modo trasparente. L’80% delle donazioni viene devoluto alla non-profit associata all’esperienza e il restante 20% è utilizzato dalla startup per i costi di struttura. Molto spesso, da bravi ex documentaristi, Pohlson e Cummins seguono i vincitori nelle loro esperienze, per promuovere il progetto sui social e garantire la trasparenza di ogni transazione.

Tra le esperienze in palio sul sito, anche una visita alla Singularity University della Nasa, ma sono gli incontri con le celebrity quelli più gettonati. “Coinvolgere attori, artisti, scrittori e sportivi non è così difficile”, affermano Pohlson e Cummins. “Lavoriamo da tempo in questo ambiente, molte delle non-profit che supportiamo hanno rapporti privilegiati con alcuni Vip e poi molto spesso sono le celebrity che decidono di contattarci spontaneamente.”

Lanciato la scorsa estate, Omaze è ancora in versione beta, ma ha recentemente ottenuto un finanziamento di 1 milione di dollari da alcuni angel investor. Tra gli investitori di Omaze, anche la Andre Agassi Foundation.

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