Welfare

Omar è libero. «Lasciatemi tranquillo»

Ha scontato in cella nove anni. Oggi lavora in una cooperativa di Asti

di Redazione

Da oggi Omar Favaro torna libero. Il giovane che ha scontato 9 anni di carcere per il massacro di Novi Ligure, l’omicidio di Susy Cassini e Gianluca De Nardo, uccisi il 21 febbraio 2001 dal ragazzo e dall’ex fidanzata Erika De Nardo, ha finito di scontare la sua pena in cella. Omar era infatti stato condannato a 14 anni, ridotti poi a 9 grazie all’indulto e all’accoglimento della richiesta di liberazione anticipata. Il ragazzo dopo un periodo all’istituto minorile “Ferrante Aporti” di Torino, da cinque anni Omar è detenuto nel carcere di Quarto d’Asti. In cella ha studiato ragioneria e ha preso il “patentino” per il computer, ma non si è ancora diplomato. Omar, 27 anni a maggio, è in semilibertà da un mese, ed ha trovato lavoro in una cooperativa di Asti per la quale lavora come giardiniere. Ad accompagnarlo all’uscita, il padre, perché il giovane non ha la patente: nell’ultimo anno, l’uomo è venuto tutte le mattine alle 6 in punto a prenderlo per portarlo a lavorare ad Asti, dove la famiglia Favaro si è trasferita. 

«Voglio stare tranquillo», sono state le sue prime parole. «Il mio passato appartiene solo a me, lo porterò sempre dentro», aveva detto nei giorni scorsi in un colloquio pubblicato su la Stampa. «Anche Erika fa parte del mio passato».

Soddisfatti gli avvocati Lorenzo Repetti e Vittorio Gatti perché «pur non dimenticando la tragedia, in questo momento si è completato il lungo e faticoso percorso rieducativo e Omar finalmente può essere reinserito a pieno titolo nella società avendo espiato le sue colpe. Ora davanti a lui c’è la prospettiva di vivere una vita da ragazzo come tutti gli altri». Le guardie della polizia penitenziaria parlano del giovane come di un “detenuto modello. Un ragazzo molto cambiato”.

La voce severa del parroco

«Buon per lui se lo mandano a casa, speriamo che abbia capito i suoi errori». Cosi’ don Italo, parroco della chiesa della Pieve di Novi Ligure, commenta all’agenzia Adnkronos il ritorno in libertà di Omar Favaro, condannato nel 2001 insieme all’ex fidanzatina Erika De Nardo per l’omicidio della madre e del fratellino di quest’ultima.

Don Italo, che ha sostituito l’ex parroco don Valentino,», dice, «llei forse una volta, anni fa. Ho celebrato due messe per la mamma e per il fratellino quando sono arrivato, ma solo perché me l’hanno chiesto, non li conoscevo. Adesso però bisogna lasciare in pace loro e le famiglie, altrimenti si vedranno messi alla ribalta e crederanno di essere degli eroi»..

Secondo il parroco, Omar è ancora giovane e potrebbe non aver capito del tutto i suoi errori. «La decisione è’ in mano ai giudici che li hanno seguiti. Ma credo bisogni continuare a educare questi ragazzi finche’ non avranno raggiunto un’età in cui poter essere autonomi. Sono ancora troppo giovani e non hanno capito fino in fondo quello che hanno commesso».

 

Il destino di Erika

La ragazza invece, condannata a 16 anni di reclusione,  tornerà libera nel 2012, a 28 anni. Sta scontando la sua pena nel carcere bresciano di Verziano dove ha anche conseguita la laurea in Lettere e Filosofia.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.