Non profit
Oltre la strada, le nostre porte rimangono aperte
La storia del centro colpito da un attentato a febbraio
di Luca Zanfei
Laboratori di pittura e scrittura creativa, attività sportive e supporto scolastico, secondo un modello educativo basato sulla partecipazione: un presidio per 250 ragazzi in uno dei quartieri più difficili della città. Che non teme le intimidazioni: «Hanno rafforzato la nostra motivazione ad andare avanti»
Alla fine sono arrivati anche i 100mila euro di stanziamenti comunali. A quanto pare, l’aggressione delle baby gang al centro Oltre la Strada a Secondigliano non ha fatto altro che ricompattare istituzioni e società civile sul tema della legalità e della lotta al disagio sociale. D’altronde solo due giorni dopo il raid, che aveva colpito sei operatori e una trentina di ragazzi presenti nella struttura, il centro aveva ricevuto l’attestato di solidarietà di tutto il quartiere. «Segno della bontà del nostro lavoro e di un’attività che non può essere assolutamente sospesa», dice Maria Rosaria Ciotola, coordinatrice dell’équipe di educatori di Oltre la Strada. «Anzi, quell’attentato ha rafforzato la nostra motivazione e la nostra consapevolezza nel portare avanti il progetto».
Progetto iniziato non più di dieci anni fa, quando il consorzio Gesco rilevava la struttura da una cooperativa del luogo per continuare e implementare l’attività di presa in carico di minori a rischio esclusione sociale. «Secondigliano è una realtà particolare, fatta di famiglie economicamente disastrate e di ragazzi che hanno assolutamente bisogno di aiuto per costruirsi un percorso di riabilitazione efficace e duraturo», continua la Ciotola. «La cooperativa aveva già avviato un progetto educativo orientato all’attivazione del territorio, in collaborazione con le istituzioni locali, e noi non abbiamo fatto altro che dare il supporto organizzativo e amministrativo proprio del consorzio».
Oggi grazie al radicamento sul territorio e all’apporto di sette operatori ed educatori specializzati, il centro ospita circa una cinquantina di ragazzi in struttura e ne raggiunge oltre 200 all’esterno, attraverso l’attività delle unità di strada. Laboratori di pittura e scrittura creativa, attività sportive e supporto scolastico sono solo alcune delle forme di intervento che Oltre la Strada organizza e conduce in partnership con altre realtà profit e non profit presenti nel quartiere.
Un impegno concreto che negli anni ha richiamato l’attenzione di buona parte della popolazione di Secondigliano. «Se prima i casi di disagio ci venivano segnalati dai servizi sociali del Comune, adesso sono le stesse famiglie o direttamente i ragazzi a venire al Centro per partecipare alle iniziative», racconta Ciotola. A convincere anche i più scettici è stato proprio l’approccio avuto dagli educatori e dalla stessa dirigenza del centro. «Noi non ci sostituiamo alle figure professionali proprie del Comune, non facciamo terapie psicologiche, ma improntiamo il nostro intervento su modelli educativi partecipati. Concordiamo il progetto con la famiglia e nei casi più complessi accompagniamo i ragazzi anche nelle loro attività indipendenti da quelle del centro. La struttura chiude verso le 19 ma il nostro impegno spesso va oltre questo orario».
E i risultati si vedono, tanto che i ragazzi cercano di rimanere per più tempo possibile in contatto con gli educatori del centro. «Spesso rimangono anche in età più avanzata, proponendosi loro stessi come collaboratori o soltanto volontari nello svolgimento delle attività», aggiunge Ciotola. «Questo per noi è un grande vantaggio perché agevola il coinvolgimento di altri ragazzi e facilita la rilevazione dei nuovi bisogni». Un approccio che ha ispirato il prossimo progetto di attivazione territoriale all’interno del parco delle Galassie. Forse, a detta di alcuni, il motivo scatenante del raid che, però, per Ciotola «non è altro che un gesto gratuito, effetto della condizione di disagio che caratterizza questo particolare territorio».
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